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Fnsi 05 Apr 2004

Il Presidente della Fnsi replica a Berlusconi: “Giù le mani dai giornalisti”

Il Presidente della Fnsi replica a Berlusconi: “Giù le mani dai giornalisti”

Il Presidente della Fnsi
replica a Berlusconi:
“Giù le mani
dai giornalisti”

Intervenendo al Congresso delle Acli sabato 3 aprile a Torino, il presidente della Fnsi, Franco Siddi, ha replicato alle accuse di Berlusconi ai giornalisti, fatte a Milano alla riunione della Confindustria "Berlusconi , spiace dirlo, è andato fuori dai binari. Inventi e sostenga pure le sue verità. Scelga pure la Pravda come suo modello preferito, ma sappia che non la imporrà ai giornalisti e agli uomini liberi del nostro Paese. Invitando i suoi colleghi imprenditori-editori a vigilare sulle redazioni paragonate ai soviet, il presidente del Consiglio ha compiuto un grave errore. Sappia che la verità s’impone sempre e che le verità di parte, le sue come quelle di altri, producono la disfatta solo di chi le vuole imporre. Com’è successo anche alla Pravda. I giornalisti italiani, anche quelli dei suoi giornali, anche quelli di schieramento dichiarato, sanno che di fronte ai fatti non c’è verità politicamente corretta che tenga. Il rispetto per il presidente del Consiglio non esime dal dirgli di mettere giù le mani dai giornalisti. A ciascuno il suo mestiere. Anche i giornalisti talvolta sbagliano, ma la verità stile-Pravda, che piace al presidente del Consiglio, non è quella dei giornalisti liberi, che hanno il diritto e il dovere di scrivere lealmente quanto vedono e quanto corrisponde ai fatti documentati. I giornalisti italiani sono soggetti di pluralismo e libertà, di un pluralismo che disturba i manovratori. Alle concezioni imperiali dell’informazione rispondiamo con la ripresa dell’iniziativa collettiva delle redazioni come laboratorio di democrazia e libertà. Ci aiutano le parole, valide per ogni stagione e non strumentalizzabili da alcuno, del Papa: “I media servono la libertà servendo la verità e solo quando le persone hanno libero accesso ad un’informazione verace e sufficiente possono perseguire il bene comune e considerare le pubbliche autorità come responsabili di esso”. Ecco, sono certo che i giornalisti (e voglio sperare anche che gli editori sappiano rispondere aumentando il grado di libertà e civiltà nella gestione delle loro imprese) continueranno, a riferire anche le verità sconvenienti e politicamente non corrette, perché questo è il loro dovere e questa è la condizione per assicurare i diritti fondamentali dei cittadini sanciti dalla Costituzione”.

@fnsisocial

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