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Fnsi 11 Mag 2005

Il presidente della Fnsi Franco Siddi sul fotogiornalista fermato a Napoli dalla polizia:

Sul caso del collega fotocronista di Napoli bloccato dalla polizia e portato a forza in questura per aver fotografato un arresto, chiede chiarezza anche il presidente della Fnsi, Franco Siddi, che in una nota indirizzata al Gsgiv Notizie sottolinea che non possono esserci giustificazioni per atteggiamenti censori e intrusivi nell'attività di documentazione giornalistica.

Sul caso del collega fotocronista di Napoli bloccato dalla polizia e portato a forza in questura per aver fotografato un arresto, chiede chiarezza anche il presidente della Fnsi, Franco Siddi, che in una nota indirizzata al Gsgiv Notizie sottolinea che non possono esserci giustificazioni per atteggiamenti censori e intrusivi nell'attività di documentazione giornalistica.

Gruppo di specializzazione dei giornalisti dell'informazione visiva - Associazione lombarda dei giornalisti - Sul caso del collega fotocronista di Napoli bloccato dalla polizia e portato a forza in questura per aver fotografato un arresto, chiede chiarezza anche il presidente della Fnsi, Franco Siddi, che in una nota indirizzata al Gsgiv Notizie sottolinea che non possono esserci giustificazioni per atteggiamenti censori e intrusivi nell'attività di documentazione giornalistica. "Trovo inaudito quanto accaduto al fotogiornalista Capezzuto - ha scritto Siddi - Mi associo alle richieste dei vari organismi associativi e di tutte le voci sindacali della categoria in Campania e del Gsgiv di chiarezza immediata da parte della Questura. La difficile situazione della sicurezza a Napoli non giustifica atteggiamenti censori e intrusivi nell'attività di documentazione giornalistica". "L'opinione pubblica - ha poi ricordato il presidente Fnsi - ha diritto a conoscere fatti e circostanze e anche dev'essere in grado di conoscere le documentazioni terze oltre quelle delle fonti investigative. La natura del giornalismo nelle società democratiche è questa. E, nella circostanza, mi pare, Capezzuto si trovava nella condizione ideale di giornalista testimone di verità non occultabili al pubblico". "Tensione e nervosismi non possono sfociare - conclude poi Siddi - in situazioni in cui il giornalista sia considerato un ostacolo o un nemico. Ecco perché, con la solidarietà a Capezzuto, ritengo necessario aggiungere un'ulteriore istanza di chiarezza e sviluppo di una cultura di rispetto per le diverse funzioni".

@fnsisocial

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