Troviamo veramente incredibile l’atteggiamento della Presidenza del Consiglio regionale del Lazio sulla vicenda degli addetti stampa dei gruppi consiliari. Nella passata legislatura, infatti, il regolamento in materia prevedeva la presenza di giornalisti iscritti all’Ordine e l’applicazione del contratto a tempo determinato di categoria.
La Federazione Nazionale della Stampa Italiana e l’Associazione Stampa Romana comunicano: “Troviamo veramente incredibile l’atteggiamento della Presidenza del Consiglio regionale del Lazio sulla vicenda degli addetti stampa dei gruppi consiliari. Nella passata legislatura, infatti, il regolamento in materia prevedeva la presenza di giornalisti iscritti all’Ordine e l’applicazione del contratto a tempo determinato di categoria. Con un colpo di mano nella seduta del 15 giugno scorso dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale del Lazio si è modificato il testo cancellando la figura del giornalista, eliminando il riferimento al contratto di categoria inserendo un generico riferimento ad un “addetto alla comunicazione”. Una violazione palese della legge 150/2000, uno schiaffo ai tanti colleghi riconfermati che già da tempo lavoravano per i gruppi consiliari e che non sono mai stati pagati. Un atteggiamento arrogante e contrario alla logica di un confronto sindacale tanto richiesto quanto strumentalmente evitato. Ricordiamo, inoltre, che questa decisione è stata presa in totale assenza di applicazione della legge 150 per ciò che riguarda la costituzione ufficiale di un ufficio stampa istituzionale e in totale contrapposizione con il Protocollo d’intesa siglato nel 2003 tra Fnsi e Presidenza della Conferenza e dei Presidenti dei Consigli regionali e delle Province autonome d’Italia. La Fnsi e l’Asr protestano contro questa delibera che contrasta con le pubbliche dichiarazioni di tanti esponenti politici a livello nazionale ai quali fanno riferimento i gruppi consiliari del Lazio”. “I giornalisti dell’Ufficio Stampa della presidenza della Regione Lazio si uniscono alla protesta della Fnsi e dell’Asr per l’assurda decisione della Presidenza del Consiglio regionale che ha cancellato il ruolo e la funzione della professione giornalistica. Nel solidarizzare con i colleghi che ben conosciamo per la professionalità con la quale hanno svolto e svolgono il loro lavoro, chiediamo di rivedere una scelta che riteniamo incomprensibile”. "Con riferimento alla nota della Fnsi e dell'Asr del 22 .6.2005, si precisa che nessuna violazione del contratto giornalistico è stata operata dall' ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale del Lazio. Nel merito si fa rilevare che la legge 150 del 2000 non si applica al personale dei Gruppi consiliari, bensì agli addetti stampa degli Enti Locali". Lo comunica in una nota il presidente del Consiglio regionale Massimo Pineschi. "Gli addetti stampa dei diversi gruppi consiliari - continua la nota - instaurano, viceversa, un rapporto basato meramente sul rapporto di fiducia con il singolo capogruppo. Pertanto, con la determinazione dell'ufficio di presidenza del 15 giugno 2005, menzionato dalla nota della Fnsi e Asr, si è inteso consegnare esclusivamente all'autorità dei capigruppo la scelta del tipo di rapporto contrattuale da instaurare con il proprio eventuale addetto stampa o alla comunicazione. Al fine di instaurare, in ogni modo, corrette relazioni, nei prossimi giorni, come previsto ed annunciato, la presidenza del Consiglio regionale incontrerà una delegazione della Fnsi e Asr". (OMNIROMA) L'associazione Stampa Romana ''apprezza la disponibilità del presidente del Consiglio regionale del Lazio, Massimo Pineschi ad aprire il dialogo con il sindacato dei giornalisti sulla vicenda dei colleghi dei gruppi consiliari e sulla legge 150 del 2000, che istituisce la figura del giornalisti nella Pubblica amministrazione''. L'Asr ''considera importante il dialogo tra istituzioni e sindacato anche per non disperdere un patrimonio di professionalità che ha visto la Regione Lazio quale esempio per altre regioni italiane. Siamo quindi pronti ad incontrare il Presidente, Pineschi al più presto''. Quanto alle affermazioni di Milana, l'Asr invita il vice presidente del Consiglio regionale, Guido Milana ''a non iniziare il suo mandato offendendo il sindacato e gli consigliamo di concordare le sue uscite pubbliche con il Presidente della Regione, Piero Marrazzo''. (ANSA)