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Fnsi 04 Giu 2003

Il giudice ordina alla Rai di ridare a Santoro un programma in prima o seconda serata. Serventi: "Auguro uguale successo a tutti i colleghi dequalificati". La soddisfazione dell'Usigrai e dell'Annunziata . Cda Rai: "Limitata la libertà d'impresa".

Il giudice ordina alla Rai di ridare a Santoro un programma in prima o seconda serata. Serventi: "Auguro uguale successo a tutti i colleghi dequalificati". La soddisfazione dell'Usigrai e dell'Annunziata . Cda Rai: "Limitata la libertà d'impresa". Gasparri "sconcertato". Bonatesta: "Santoro cambi"

Il giudice ordina alla Rai di ridare a Santoro un programma in prima o seconda serata. Serventi: "Auguro uguale successo a tutti i colleghi dequalificati". La soddisfazione dell'Usigrai e dell'Annunziata . Cda Rai: "Limitata la libertà d'impresa". Gasparri "sconcertato". Bonatesta: "Santoro cambi"

La Rai deve affidare a Michele Santoro un programma di approfondimento giornalistico sull'informazione di attualità «collocato in prima o seconda serata» con puntate tendenzialmente monotematiche e una durata oscillante tra i 90 e i 150 minuti. Lo ha stabilito il giudice del lavoro Massimo Pagliarini che ha anche fissato la data per la nuova udienza il 30 giugno. Nell'ordinanza resa nota oggi il giudice del lavoro ha disposto dunque i termini nei quali deve essere attuato il provvedimento cautelare del 9 dicembre scorso, in cui si chiedeva alla Rai di adibire il giornalista «alle mansioni di cui al contratto del 14 aprile 1999, così come svolte ed effettivamente esercitate in concreto ovvero alla realizzazione e alla conduzione di programmi televisivi di approfondimento dell'informazione di attualita». Il 26 maggio il giudice si era riservato una decisione dopo aver chiesto una documentazione sui programmi di approfondimento (orari di messa in onda, rete, media del bacino di spettatori) in conseguenza delle proposte che la Rai aveva avanzato per l'attuazione del provvedimento. Viale Mazzini aveva proposto a Santoro due possibili collocazioni, entrambe su Raitre, il sabato pomeriggio o la domenica in terza serata. Il giudice ha ritenuto che entrambe le proposte «non sono attuative del provvedimento cautelare in esame» - e che dunque «appare legittimo il rifiuto di esse da parte dello stesso Santoro» - perchè «non determinano il pieno ed integrale ripristino delle mansioni» svolte dal giornalista in precedenza nè possono considerarsi «equivalenti». In particolare, secondo il giudice, la Rai deve affidare a Santoro, come si legge nell'ordinanza, un programma «collocato in un fascia oraria che abbia un ascolto quantitativamente e qualitativamente non inferiore a quello proprio della fascia oraria in cui era collocato il programma 'Sciuscià' "ovvero in cui sono collocati programmi di genere analogo quali 'Porta a porta', 'Excalibur', 'Ballarò'" e cioè in prima o seconda serata». L'ordinanza parla anche di «dotazione delle risorse - umane, materiali, tecniche - idonee ad assicurare la buona riuscita del programma, in misura equivalente a quella praticata per i programmi precedenti». La nuova udienza al 30 giugno è stata dunque fissata, si spiega ancora nell'ordinanza, «ai fini del controllo sull'esecuzione del provvedimento secondo le modalità sopra specificate». (ANSA). «Molto soddisfazione» per la sentenza su Santoro che «corrisponde alla convinzione del sindacato, e quindi non solo di Santoro, che il conduttore deve avere adeguata collocazione nel palinsesto delle reti Rai»: la esprime Paolo Serventi Longhi, segretario generale della Fnsi. «Spero - aggiunge Serventi - che un analogo successo possa arridere a tutti i colleghi della Rai e della carta stampata che negli ultimi mesi sono stati rimossi o hanno subito una dequalificazione professionale. La situazione dell'informazione - sottolinea il segretario della Fnsi - è grave e, anche se il ricorso alla magistrature in alcune circostanze come quella di Santoro è obbligato, occorre recuperare a pieno l'iniziativa sindacale per ripristinare condizioni di garanzia e tutela per i colleghi, non solo nel servizio pubblico radiotelevisivo. Per questo - conclude Serventi - abbiamo deciso lo sciopero generale dei giornalisti che è una risposta a tutti quei soggetti, istituzionali e imprenditoriali, che tentano di svilire il ruolo dei professionisti dell'informazione». (ANSA). L’Usigrai esprime grande soddisfazione per la decisione con la quale il Tribunale di Roma ha disposto per Michele Santoro e per tutti i colleghi del gruppo di “Sciuscia`” il ritorno in video in una collocazione adeguata di palinsesto. Come l’esclusione di Santoro e Biagi segnalava un piu` generale attacco all’autonomia di tutta l’informazione del servizio pubblico, cosi` la vittoria di oggi deve essere considerata una vittoria da tutti i giornalisti Rai, noti e meno noti, che in questi mesi hanno continuato con coraggio a “tenere la schiena dritta” (ricordando le parole del Presidente della Repubblica) ed a denunciare pressioni e censure. Vogliamo sperare che il vertice Rai non esiti ulteriormente nell’adottare le decisioni necessarie. Il paradosso sta nel fatto che debba essere il giudice ad imporre quello che basterebbe il buon senso a suggerire: riportare in onda un gruppo che al servizio pubblico ha saputo garantire ottimi ascolti ed un’offerta non omologata all’emittenza commerciale. Di entrambe le cose la Rai di oggi ha un bisogno estremo, se vuole tornare a fare concorrenza e fermare il declino. Soddisfazione per la sentenza sul caso Santoro è espressa dalla presidenza della Rai. «La presidenza della Rai accoglie con soddisfazione la sentenza sul 'caso Santoro' perchè offre la possibilità di chiudere un lungo periodo di tensione legale tra l'Azienda e uno dei suoi più importanti direttori, riportando l'intera vicenda sul terreno editoriale, l'unico proprio per l'individuazione di una giusta soluzione». (ANSA). Il consiglio di amministrazione della Rai ha approvato a maggioranza, con quattro voti favorevoli e il voto contrario del presidente Lucia Annunziata, il seguente ordine del giorno: «Il Cda prende doverosamente atto della decisione del magistrato del lavoro in merito al reintegro del giornalista michele santoro. Nota che la decisione stessa appare in contrasto con il pronunciamento dell'autorità per garanzie nelle comunicazioni al cui dettato è fatto obbligo alla Rai di ottemperare». «Osserva, inoltre, che l'ordinanza interviene nella programmazione della Rai precisando il tipo di programma, l'ora e la durata. Il provvedimento si profila pertanto come una limitazione della libertà di impresa sancita dalla costituzione. Tutto ciò considerato, il Cda dà mandato al direttore generale di valutare e di intraprendere le opportune azioni a tutela della Rai come azienda e come concessionaria del servizio pubblico, riferendone alla prima riunione utile del consiglio». (dire) "Apprendo con sconcerto l'ordinanza del Giudice del Lavoro che ha disposto, a favore di Michele Santoro, non solo il reintegro nei programmi Rai ma, addirittura, ha stabilito la collocazione oraria per una trasmissione di approfondimento giornalistico sull'attualità, in prima o seconda serata, realizzata dal conduttore di 'Sciuscià'" dichiara il Ministro delle Comunicazioni, Maurizio Gasparri. "L'ordinanza - prosegue il Ministro - nega, in pratica, all'azienda radiotelevisiva pubblica il diritto di fissare i propri palinsesti. Tra l'altro, è bene ricordare che c'è stata una delibera dell'Authority delle Comunicazioni che ha bollato la trasmissione del conduttore televisivo come faziosa in quanto 'Sciuscià edizione straordinaria', non ha assicurato 'pluralismo, obiettività, completezza e imparzialità'. Penso ci sia materia sufficiente non solo per osservazioni politiche ma anche per gli studiosi del diritto". (Ap.Biscom) «Santoro può tornare solo se non fa più Santoro»: questo, in sintesi, il commento del senatore Michele Bonatesta, componente della direzione nazionale di An e della commissione di Vigilanza sulla Rai. «Non è pensabile - dichiara Bonatesta in una nota - e costituirebbe un precedente molto pericoloso che un magistrato, peraltro già titolare di un incarico al ministero della Giustizia con l'ex ministro Diliberto, decida non solo i palinsesti di una tv e il tipo di programmi che essi devono prevedere, ma addirittura la loro collocazione oraria e, udite udite, la loro durata, sostituendosi a quanti, per legge, sono deputati a tale compito, cioè i vertici dell'azienda e i direttori di rete e di testata. Anche per questo notiamo l'inopportunità dell'intervento dell'Annunziata». "Non solo - incalza Bonatesta - un giudice non può imporre alla Rai di consentire nuovamente a Santoro di violare la normativa vigente, negando il pluralismo, l'obiettività, la completezza e l'imparzialità dell'informazione, come ha sancito l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, nonchè il documento di indirizzi sul pluralismo nel servizio pubblico radiotelevisivo approvato dalla commissione di Vigilanza e recepito dal Cda della Rai, tornando in video con un programma tipo 'Sciuscià' in prima o seconda serata". "Pertanto - continua l'esponente di An - delle due l'una: o Santoro diventa un altro, non fa più Santoro e 'Sciuscià' o similari, abbandona il giornalismo militante, la smette con le trasmissioni faziose, cioè quello per cui la sinistra lo difende a spada tratta, e allora può tornare in video; oppure continua ad essere e a fare se stesso, seguita a fare politica travestendosi da giornalista e allora non può tornare in video, perchè il suo modo di concepire e di fare (mala)informazione, a tesi e di parte, è incompatibile con le leggi dello Stato, con gli indirizzi del Parlamento fatti propri dall'azienda e con la natura e con la missione stessa del servizio pubblico radiotelevisivo pagato dagli italiani». (ANSA).

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