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Fnsi 24 Giu 2003

Il futuro editoriale secondo la Fieg: tv, radio e quotidiano devono convergere in un'unica impresa

Il futuro editoriale secondo la Fieg: tv, radio e quotidiano devono convergere in un'unica impresa

Il futuro editoriale secondo la Fieg: tv, radio e quotidiano devono convergere in un'unica impresa

Le imprese editoriali devono smettere di essere uno zoo, dove ogni mezzo (quotidiani, tv, web) è chiuso nella propria gabbia, per diventare un circo, nel quale i vari media si integrano e si potenziano a vicenda. Hanno usato una metafora animalesca gli esperti della società di consulenza di marketing editoriale Innovation per descrivere la terza generazione delle aziende giornalistiche, un futuro che è già presente in alcune realtà editoriali dei paesi scandinavi. Gli scenari del giornalismo sono stati tracciati stamattina, nella sede della Fieg, dagli esperti di Innovation in occasione della presentazione della prima edizione italiana del report annuale «Innovazione nei quotidiani», realizzato con il partner italiano Consuledis e con il patrocinio della Federazione italiana editori. Secondo Carlos Soria e Juan Antonio Giner, soci fondatori di Innovation, le imprese mono-mediali, fondate su un solo mezzo di comunicazione, sono destinate a diventare archeologia editoriale. Il traguardo da raggiungere si chiama multimedialità: il messaggio informativo viene veicolato attraverso più canali in contemporanea cosicchè «le imprese diventino - ha spiegato Giner - divulgatori di notizie, 24 ore al giorno, sette giorni su sette, attraverso qualsiasi piattaforma possibile e diventando così una turbina informativa». Un primo passaggio da imprese a compartimenti stagno a una convergenza multimediale è già realtà anche in Italia dopo l'avvento di Internet. Sono molte, come illustra uno dei capitoli del report, le aziende giornalistiche che hanno allargato il numero dei propri lettori attraverso portali di notizie diversificando l'offerta: i servizi on line offrono le 'breaking news', le notizie dell'ultima ora, mentre il quotidiano si concentra sull'analisi, l'interpretazione la valorizzazione della notizia. La dimensione multi-media è la direzione sulla quale devono procedere i giornali per conquistare nuovi lettori e nuovi clienti pubblicitari. «Oggi il 90 per cento dei contenuti di un quotidiano - ha affermato Giner - si riferisce a notizie che tutti già conoscono dopo averle sentite il giorno prima per radio o per tv. Il giornale del futuro deve rivoluzionare le sue percentuali: il 20 per cento deve riguardare le notizie di ieri, il 30-40 per cento le notizie di oggi ed il resto è rappresentato dalle notizie di domani nel senso che si deve dare più spazio alle analisi, alle prospettive, al giornalismo di servizio». Secondo gli esperti di Innovation, i canali di informazione sono destinati a convergere in un'unica impresa, ma non cambia l'ingrediente principe di ogni buona azienda editoriale: la qualità e la credibilità dei contenuti, curati dai giornalisti. Lo scenario non è quindi quello di un super-giornalista, che oltre al block notes stringe in una mano un microfono e nell'altra una telecamera, ma di un cronista più versatile che prima di tutto, però, punta alla ricerca e alla verifica delle notizie. «L'esigenza di creare strutture multimediali - ha precisato il direttore generale della Fieg Sebastiano Sortino – non va però confusa con il problema dell'omologazione dei linguaggi a prescindere dal mezzo, perché la tv ha un linguaggio diverso da quello del quotidiano e questi vanno salvaguardati. Se quindi bisogna abbandonare a livello imprenditoriale la mentalità dello zoo e delle gabbie separate, va comunque salvaguardata la specificità di ogni mezzo». (ANSA).

@fnsisocial

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