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Cdr 23 Mag 2010

Il coordinamento dei Cdr de il Resto del Carlino, Il Giorno, il Quotidiano Nazionale e La Nazione: “Giornalisti costretti al silenzio, editori strangolati dalle multe e cittadini che non sapranno più che cosa succede nel loro Paese”

Quante saranno le inchieste di cui nessuno saprà più niente se il disegno di legge sulle intercettazioni diventerà legge? Conosciamo sicuramente quelle di cui non si sarebbe saputo nulla se tale norma fosse già in vigore: da Tangentopoli a Calciopoli, da Provenzano alla clinica Santa Rita.

Quante saranno le inchieste di cui nessuno saprà più niente se il disegno di legge sulle intercettazioni diventerà legge? Conosciamo sicuramente quelle di cui non si sarebbe saputo nulla se tale norma fosse già in vigore: da Tangentopoli a Calciopoli, da Provenzano alla clinica Santa Rita.

Solo per citarne alcune, visto che il disegno di legge prevede sia vietato fornire notizie su qualsiasi atto fino alla fine dell'udienza preliminare, quindi nella maggioranza dei casi stiamo parlando di anni.

I giornalisti che oseranno farlo rischieranno il carcere o pagheranno multe fino a 20mila euro (per gli editori si arriva a 464mila euro).

Qui non è in gioco un privilegio di giornalisti o editori, ma la possibilità di avere a disposizione l'informazione come bene pubblico per tutti i cittadini, così come ben delineato dall'articolo 21 della Costituzione Italiana.

Il coordinamento dei Comitati di redazione de il Resto del Carlino, Il Giorno, il Quotidiano Nazionale e La Nazione, considerando la palese incostituzionalità di tale disegno di legge, ne chiede l'immediato ritiro e appoggia la Federazione Nazionale della Stampa e tutta la società civile nelle azioni di contrasto, compreso il ricorso alla Corte Europea di Giustizia per i diritti dell'uomo, nei confronti di quello che è un vero e proprio bavaglio stretto intorno alla bocca dell'informazione.

Il coordinamento dei Cdr de il Resto del Carlino, Il  Giorno, il Quotidiano Nazionale e La Nazione

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