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Editoria 28 Ott 2009

Il Consiglio dei ministri vara il regolamento sui contributi all'editoria. Fnsi: "Buoni propositi non bastano se mancano 70 milioni". Giulietti (Articolo 21) rilancia l'allarme

ROMA - Il Consiglio dei ministri, su proposta del Presidente del consiglio, ha approvato uno schema di regolamento di semplificazione e riordino della disciplina e delle procedure di erogazione dei contributi in favore della stampa e delle imprese radiofoniche e televisive di  informazione, materie che sono state oggetto, negli anni, di un frammentario intervento legislativo.

ROMA - Il Consiglio dei ministri, su proposta del Presidente del consiglio, ha approvato uno schema di regolamento di semplificazione e riordino della disciplina e delle procedure di erogazione dei contributi in favore della stampa e delle imprese radiofoniche e televisive di  informazione, materie che sono state oggetto, negli anni, di un frammentario intervento legislativo.

E' quanto si legge nelcomunicato ufficiale trasmesso al termine del Consiglio dei ministri. Le innovazioni più significative - prosegue la nota - riguardano la modifica dei criteri di calcolo del contributoalla stampa, sostituendo la tiratura con le copie effettivamente  distribuite per la vendita; l'introduzione di una serie dimisure a favore dell'occupazione nel settore giornalistico enelle agenzie di stampa: l'introduzione del criterio del ripartoproporzionale dei fondi. Lo schema sarà trasmesso al parere delConsiglio di Stato e delle Commissioni competenti. (Ansa)


Per la Fnsi, i buoni propositi non bastano se mancano 70 milioni di euro. “Il criterio dell’occupazione giornalistica che sta alla base delle linee guida  annunciate dal Governo per il nuovo regolamento dei contributi all’editoria - si legge in un documento - è senza dubbio un’ innovazione rilevante. Ma in attesa di conoscere il testo ufficiale del documento occorre intanto fare chiarezza sui finanziamenti effettivamente disponibili per il sostegno del pluralismo. La notizia di una mancata copertura, per il 2008, di 70 milioni di euro preventivati dalle decisioni del Parlamento rischia di vanificare anche il migliore proposito. Se il regolamento ‘innovativo’ dovesse intervenire di fronte ad una realtà nel frattempo impoverita di testate e occupazione a causa di obblighi finanziari non mantenuti, ogni novità sarebbe inefficace. E’ urgente, perciò, che il Governo batta intanto il colpo che oggi più conta: assicurare gli impegni assunti per legge e sui quali le aziende titolate a ricevere i benefici hanno programmato la loro attività. La centralità delle questioni è qui, perché è in gioco l’occupazione di un migliaio di persone, oggi e non tra uno o tre anni quando magari sarà in vigore il nuovo regolamento”


''Al di là  del nuovo regolamento sull'editoria, sul quale le commissioni competenti non hanno espresso alcun voto, da settimane siamo in attesa di un'audizione del sottosegretario Bonaiuti per chiedergli che fine hanno fatto i 70 milioni per il settore, dei quali il Parlamento ha votato il reintegro nei fondi per il 2009'': a sottolinearlo è Giuseppe Giulietti, portavoce di Articolo 21 e componente della commissione Cultura della Camera.''Non si può esprimere alcun giudizio sul regolamento - argomenta Giulietti - se non si chiarisce prima il mistero dei finanziamenti. Anzi, siamo molto preoccupati, perché' risulta che Tremonti abbia avvertito Bonaiuti che fondi a  disposizione non ce ne sono''. Una questione già al centro di un'interrogazione bipartisan firmata nei giorni scorsi da Vincenzo Vita e Luigi Lusi del Pd, Alessio Butti del Pdl e Roberto Mura della Lega, oltre allo stesso Giulietti.''E c'è di più - conclude il portavoce di Articolo 21 -perché sarebbero a rischio anche i fondi per l'emittenza''. (ANSA)

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