Liberazione è rimasta fiori dalle edicole. Non è uscita martedì per lo sciopero indetto dai giornalisti, e poi ancora mercoledì e giovedì, e non per causa nostra. Questo è il frutto di un comportamento da parte della proprietà che definire irresponsabile è dire poco. Il nostro giornale, che nei suoi 14 anni di esistenza è stato sempre fatto nel solco del rispetto in premo luogo dei suoi lettori, è stato messo nelle condizioni di non poter andare in edicola con continuità.
La situazione che si è venuta a creare è quella di un vuoto di responsabilità. Come probabilmente tutti sapranno, perché riportato correttamente dai giornali, la direzione di Rifondazione comunista (azionista unico della Mrc Spa) lunedì 12 gennaio ha sfiduciato il direttore Piero Sansonetti per nominare un direttore politico e un vicedirettore responsabile. Al momento della sfiducia alla direzione uscente però; l'azionista non aveva ancora assicurata la disponibilità del vice direttore responsabile, figura indispensabile, per contratto, alla fattura del giornale alla luce del fatto che il direttore politico nominato (Dino Greco) non è un giornalista. Tale disponibilità è stata chiesta a Fulvio Fania, giornalista di Liberazione, che ha risposto positivamente nella tarda mattinata di martedì. Dalla comunicazione ufficiale al Cdr, avvenuta alle 15 e 30 di martedì, dovevano passare, sempre per contratto, quarantotto ore prima dell'insediamento della nuova direzione di Liberazione. Per due giorni Liberazione è stata priva di firma e dunque non è potuta uscire. Ci siamo trovati in una situazione paradossale e triste che non ha fatto altro che aggiungere confusione e rabbia in questa vicenda che ci vede protagonisti ormai da settimane. Noi, giornalisti e giornaliste di Liberazione, abbiamo sempre lavorato per fare un giornale degno di stare in edicola e che incontrasse il gradimento dei lettori. In questi giorni invece, il partito proprietario, il Prc, ci ha messo nelle condizioni di non poter svolgere questo compito. In questo momento noi non sappiamo quale sarà il futuro del nostro giornale. Sappiamo che l'azionista unico sta esplorando la possibilità di vendere Liberazione, mentre dice che per il 2005 non potrà coprire alcuna perdita. Stiamo ancora aspettando, con il sindacato nazionale della stampa, la convocazione di un tavolo formale dove l'editore possa metterci al corrente delle novità su questi fronti preoccupanti ed essenziali per l'esistenza stessa di Liberazione. Nel frattempo l'unico passo che l'azionista ha deciso di fare è stato di convocare una direzione nazionale per sfiduciare Piero Sansonetti senza nemmeno avere pronti i suoi successori. Consideriamo quanto successo altamente lesivo della nostra professionalità e del diritto dei nostri lettori ad avere a disposizione. quotidianamente il loro giornale. A loro vanno le nostre scuse, da incolpevoli, per questi giorni di silenzio. Il cdr di Liberazione (da Liberazione del 16 gennaio 2009)