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Cdr 27 Mar 2009

Il Cdr del Sole 24Ore: "L'azienda non cada in logiche di lottizzazione per un eventuale futuro cambio di direttore. in qualità di azionisti del gruppo non assisteremo passivamente all'occupazione del quotidiano"

La redazione del Sole 24 Ore è preoccupata per un eventuale futuro cambio del direttore che potrebbe avvenire in base a logiche di lottizzazione - e non editoriali - da parte di poteri politici ed economici portatori di interessi estranei a quelli del giornale e soprattutto dei suoi lettori.

La redazione del Sole 24 Ore è preoccupata per un eventuale futuro cambio del direttore che potrebbe avvenire in base a logiche di lottizzazione - e non editoriali - da parte di poteri politici ed economici portatori di interessi estranei a quelli del giornale e soprattutto dei suoi lettori.

Sarebbe un danno per tutti, e un vantaggio solo per pochi. Il settore è in difficoltà e anche il gruppo Il Sole 24 Ore - che ieri ha chiuso la testata 24minuti - risente di questa situazione. In questa fase più che mai, la leadership del quotidiano non può che essere affidata sulla base di chiari e rigorosi criteri a personaggi di elevata professionalità e autonomia, come l’attuale direttore, e che abbiano anche una lungimirante visione strategica. Per affrontare la crisi occorre infatti preservare e migliorare - per ragioni anche imprenditoriali - quegli standard di qualità, di credibilità e di correttezza che permettono al quotidiano di essere un prodotto di successo; ma occorre anche innovare tutti i prodotti editoriali, ormai multimediali, in modo da rispondere sempre meglio alle esigenze dell’opinione pubblica e non a quelle di élites chiuse su se stesse. Qualora la direzione del Sole 24 Ore dovesse dunque cambiare, è fondamentale che la scelta venga compiuta senza cedere a pressioni, politiche e non politiche, che snaturino il giornale, rendano impossibile la corretta informazione ai lettori e ostacolino, in un momento così difficile, una sana logica imprenditoriale. I redattori del Sole 24 Ore, anche nella loro qualità di azionisti del gruppo, non intendono quindi assistere passivamente all’occupazione del quotidiano da parte di interessi non trasparenti in un momento in cui la redazione è chiamata a rispondere alla crisi, anche con sacrifici economici importanti. L’assemblea dei giornalisti ha dunque dichiarato lo stato di agitazione e ha dato mandato al Comitato di redazione di usare tutti gli strumenti per dare voce alle sue preoccupazioni, affidandogli anche un pacchetto di tre giorni

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