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Cronaca 12 Feb 2010

Il Cdr del Mattino con Rosaria Capacchione, contro le intimidazioni della camorra. Solidarietà dall’Assostampa, Ordine. Articolo21 e Unione Cronisti della Campania

Il Cdr del Mattino denuncia l'ultima gravissima sfida lanciata dalla camorra alla collega Rosaria Capacchione,  giornalista del Mattino da sempre impegnata in prima linea contro i clan. Preoccupa e inquieta l'eccezionalità di un gravissimo gesto intimidatorio dal forte ed evidente valore simbolico, Rosaria, punto di riferimento dell'intera redazione, per anni ha raccontato dalle pagine del nostro giornale e attraverso il suo libro-documento "L’oro della camorra", i delitti e gli affari dei casalesi.

Il Cdr del Mattino denuncia l'ultima gravissima sfida lanciata dalla camorra alla collega Rosaria Capacchione,  giornalista del Mattino da sempre impegnata in prima linea contro i clan. Preoccupa e inquieta l'eccezionalità di un gravissimo gesto intimidatorio dal forte ed evidente valore simbolico, Rosaria, punto di riferimento dell'intera redazione, per anni ha raccontato dalle pagine del nostro giornale e attraverso il suo libro-documento "L’oro della camorra", i delitti e gli affari dei casalesi.

 Il Cdr del Mattino, redazione che ha già contato un martire anticamorra, Giancarlo Siani, oggi simbolo della guerra contro ogni forma di illegalità per intere generazioni, chiede con forza a tutte le istituzioni  un impegno forte e concreto contro mafia, 'ndrangheta e camorra e in difesa della libertà di stampa. Il Cdr del Mattino nel ribadire che non è più tempo di 'parole' di solidarietà invita il presidente della Repubblica, il ministero dell'Interno, il ministero della Giustizia, i magistrati,  le forze dell'ordine, tutti gli organi di stampa e le associazioni di categoria a rinnovare l'impegno e la denuncia netta, chiara e forte contro boss, clan e cosche perché la voce di Rosaria non resti isolata. Alla coraggiosa nostra collega vanno subito e senza alcun indugio rafforzate le misure di protezione. Il Cdr del Mattino ribadisce con forza e con determinazione l'impegno dell'intera redazione nella lotta contro la camorra.

La notizia pubblicata oggi sul quotidiano Il Mattino circa la presenza di parenti di boss della camorra riconducibili al clan dei Casalesi in una libreria napoletana dove si presentava il libro della collega Daniela De Crescenzo “O’ cecato” dedicato a Giuseppe Setola, è estremamente preoccupante oltre che sconcertante. Stando a quanto si legge nell’articolo, le inquietanti presenze si sono avvicinate alla giornalista Rosaria Capacchione (Il Mattino), da tempo sotto scorta per le gravi minacce subite da esponenti del clan dei Casalesi, minacciandola per l’ennesima volta. Quanto accaduto è estremamente preoccupante non solo per le minacce e le intimidazioni subite dalla collega ma soprattutto per il luogo dove tutto questo è accaduto: una libreria dove si presentava un libro anticamorra alla presenza di esponenti della magistratura, delle forze di polizia e della parte buona della società civile. Ordine, Assostampa e Cronisti, nell’esprimere solidarietà e vicinanza alla collega Capacchione e a tutta la redazione de Il Mattino, ritengono importante assicurare ai colleghi  particolarmente esposti per il loro lavoro di “normali” cronisti la più ampia visibilità, mantenendo sempre alta la vigilanza e l’attenzione su fatti di questo tipo e chiedono a tutte le istituzioni un impegno serie e concreto contro la camorra.

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 "Esprimiamo solidarietà piena, ferma, e convinta alla giornalista Rosaria Capacchione
minacciata due giorni fa mentre presentava a Napoli il libro di Daniela De Crescenzo, un'altra coraggiosa giornalista". Lo affermano Giuseppe Giulietti e Stefano Corradino, portavoce e direttore di Articolo21. "E ci sembra altrettanto lecito riprendere e fare nostre le domande di Alberto Spampinato e del direttore di Ossigeno destinate al Ministero degli Interni interrogandoci su quante giornaliste e giornalisti sono in queste stesse condizioni. E per quali ragioni. E Quali le misure adottate?" "Perchè in queste zone - proseguono Giulietti e Corradino - ma anche a Foggia e Reggio Calabria per fare gli ultimi esempi - c'è chi si sente in diritto di uscire allo scoperto e minacciare? Ci attendiamo a questo punto che siano date pubbliche risposte a queste domande, che si avvii un pubblico confronto con le  associazioni nazionali e regionali dei giornalisti e si crei una rete di solidarietà intorno a lei e ai tanti altri cronisti nelle stesse situazioni. Il sito di Articolo21 sarà a disposizione per le loro denunce". "Invece di continuare a colpire il diritto di cronaca e l'art.21 della Costituzione - concludono Giulietti e Corradino - sarebbe il caso di sostenere chi il dirtto di cronaca continua coraggiosamente a difenderlo".

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