Il Cda della Rai
respinge la richiesta
avanzata dalla Annunziata
di concedere la diretta
alla manifestazione
sindacale del 4 ottobre.
Il presidente
abbandona la seduta
Solidarietà della Fnsi
e dell'Usigrai
Il Consiglio di amministrazione della Rai ha respinto con quattro voti contro e uno a favore la delibera proposta dal presidente della Rai Lucia Annunziata con la quale si concedeva la diretta tv alla manifestazione di sabato della conferenza europea dei sindacati, dopo una richiesta della Cgil, Cisl e Uil. Subito dopo la votazione Lucia Annunziata, che è stata l'unica a votare a favore, ha abbandonato per protesta la riunione del consiglio, dopo aver constatato da parte sua una mancanza di pluralismo interno ed esterno alla rai. La presidente della Rai si era decisa a chiedere la diretta dato il particolare momento, dopo che ieri sera era intervenuto a reti unificate sulla Rai il Presidente del Consiglio che ha illustrato il progetto di riforma della previdenza. La presidente Rai Lucia Annunziata ''ha fatto bene a proporre al Cda la par condicio tra Berlusconi e i sindacati''. Lo sottolinea, a nome delle 57 associazioni movimenti e sindacati, che compongono il Comitato per il no alla Gasparri, il segretario generale della Fnsi Paolo Serventi Longhi che esprime solidarieta' a Annunziata. La protesta della presidente Rai, che ha abbandonato i lavori del Cda in corso questo pomeriggio a Viale Mazzini, sottolinea il segretario del sindacato dei giornalisti, ''non puo' che essere condivisa da tutti coloro che hanno a cuore la libertà di informazione, il ruolo del servizio pubblico e l'autonomia degli operatori della comunicazione. econdo il comitato di associazioni, che oggi, dopo aver incontrato i rappresentati dei gruppi delle opposizioni hanno tenuto una conferenza stampa per illustrare le prossime iniziative e sottolineare che lavoreranno in queste ore per ottenere dal Parlamento una quarta lettura del Ddl Gasparri,''quanto accaduto ieri sera sulle pensioni non potrà che aggravarsi a causa della possibile e sciagurata approvazione della legge Gasparri''. A rischio, denunciano, ''sono i principi costituzionali e della liberta' e del diritto ad una corretta informazione e il pluralismo dei media. ''La mancata diretta della manifestazione sindacale di sabato e' la conferma che a parte la positiva eccezione di Lucia Annunziata, pienamente consapevole del suo ruolo di garanzia - il CdA e il Direttore enerale intendono la Rai come servizio privato del premier'': lo sostiene Roberto Natale, segretario dell' Usigrai. Secondo Natale, in quanto servizio privato in Rai ''non deve andare in onda nulla che possa incrinare la strategia di comunicazione di Berlusconi. Viene colpito gravemente - sottolinea - il ruolo dell'informazione, ma insieme viene cancellata ogni possibilita' di un libero e paritario confronto fra i diversi punti di vista su questioni sociali delicate come la riforma delle pensioni''. ''L' Usigrai - continua Natale - dichiara fin d'ora che aderira' (nelle forme che saranno indicate dalla Fnsi) ad ogni iniziativa che il sindacato confederale sviluppera' nelle prossime settimane sul tema, ed invita i Comitati di Redazione della Rai a prendere contatto in ogni regione con le rappresentanze dei lavoratori (che non a caso stanno protestando proprio davanti ad alcune sedi Rai). Il sindacato dei giornalisti Rai fa appello ai segretari generali delle tre confederazioni perche' il tema di una gestione pluralistica del servizio pubblico venga assunto da Cgil, Cisl e Uil con l'urgenza che i fatti di queste ore evidenziano. Se la comunicazione del servizio pubblico - conclude Natale - e' cosi' palesemente asservita, ogni confronto col governo risultera' truccato, e per le forze sindacali e sociali la conquista del consenso alle proprie tesi rischia di diventare difficilissima''. In mattinata Lucia Annunziata, ha incontrato a Viale Mazzini una delegazione del Comitato per la Libertà e il diritto all’informazione, composta da Elio Lannutti e Rosario Trefiletti per i consumatori, Gino Barsella del Gruppo Abele, Fulvio Fammoni e Bruno Cosens della SLC-CGIL, Paolo Serventi Longhi e Renzo Santelli della Federazione della Stampa e Roberto Natale dell’Usigrai. I rappresentanti del Comitato hanno illustrato a Lucia Annunziata l’appello sottoscritto finora da 56 Associazioni, movimenti e sindacati e firmato da decine di intellettuali e personalità della cultura, primo firmatario Enzo Biagi. Il Comitato ha sottolineato le preoccupazioni di larghi strati della società civile per il disegno di legge Gasparri sulla comunicazione il cui testo sarà discusso da domani dall’Aula della Camera dei Deputati. Il Comitato ha manifestato alla Presidente Annunziata apprezzamento per la sua azione di garanzia al vertice del servizio pubblico in uno dei momenti più delicati della storia della RAI. In particolare, i rappresentanti delle organizzazione firmatarie dell’appello hanno sottolineato la pericolosità per la stessa RAI del ddl Gasparri, sia per il controllo dell’esecutivo sul servizio pubblico sia per la marginalità dell’Azienda nel settore della comunicazione dominato dal conflitto di interessi. Il Comitato ha anche espresso solidarietà a Lucia Annunziata tenuta all’oscuro ieri sera dalla decisione del Presidente del Consiglio di richiedere uno spazio a reti unificate sul problema della riforma delle pensioni. Lucia Annunziata ha ringraziato il Comitato ed ha confermato la sua decisione di lasciare la RAI nel caso in cui la legge Gasparri dovesse essere approvata nell’attuale formulazione. Il Presidente della RAI ha anche ribadito le proprie preoccupazioni per il futuro dell’Azienda in relazione ai contenuti della legge. «Lucia Annunziata, dissociandosi dal voto del Cda Rai che ha negato la diretta sui canali del servizio pubblico alla manifestazione di sabato prossimo della conferenza dei sindacati europei, ha compiuto un atto coerente che rende esplosivo il deficit di pluralismo dell'informazione». Lo ha sottolineato il presidente della Fnsi,Franco Siddi, osservando che «il servizio pubblico è utilizzato non per garantire la piena libertà di espressione a tutte le componenti sociali e istituzionali, ma per favorire nettamente il potere e la voce dominante». Per Siddi, «all'indomani della discutibilissima diretta e reti unificate del presidente del consiglio, l'unica cosa seria e rigorosa sarebbe stata quella di applicare immediatamente la regola della par condicio. E invece accade il contrario: la parte sociale rappresentativa dei lavoratori che non condivide l'impianto della riforma pensionistica ha l'accesso negato al servizio pubblico. C'è un pluralismo spezzato e negato».