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Contratti 16 Dic 2006

Ieri il quotidiano La Repubblica non era in edicola e oggi non lo saranno tutti i quotidiani del Gruppo Espresso-Repubblica-Finegil-Ellemedia per lo sciopero dei duemila giornalisti Serventi: "Gli editori raccolgono quello che hanno seminato"

Ieri il quotidiano La Repubblica non era in edicola per lo sciopero dei giornalisti. E oggi non saranno in edicola, oltre alla stessa Repubblica, tutti i quotidiani del gruppo Espresso-Repubblica-Finegil-Ellemedia per un'iniziativa di sciopero di duemila giornalisti. Pubblichiamo il comunicato diffuso da tuttii giornali del gruppo. Intanto alla Nuova Sardegna è iniziato lo sciopero degli straordinari e i colleghi delle Gazzette di Mantova, Modena e Reggio Emilia stanno effettuando ad oltranza lo sciopero delle firme. Serventi Longhi: "Gli editori raccolgono esattamente quello che hanno seminato".

Ieri il quotidiano La Repubblica non era in edicola per lo sciopero dei giornalisti. E oggi non saranno in edicola, oltre alla stessa Repubblica, tutti i quotidiani del gruppo Espresso-Repubblica-Finegil-Ellemedia per un'iniziativa di sciopero di duemila giornalisti. Pubblichiamo il comunicato diffuso da tuttii giornali del gruppo. Intanto alla Nuova Sardegna è iniziato lo sciopero degli straordinari e i colleghi delle Gazzette di Mantova, Modena e Reggio Emilia stanno effettuando ad oltranza lo sciopero delle firme. Serventi Longhi: "Gli editori raccolgono esattamente quello che hanno seminato".

Cari lettori, i duemila giornalisti del Gruppo Espresso-La Repubblica- Finegil-Elemedia sono costretti a una nuova giornata di sciopero dal comportamento di chiusura dell'editore e della Fieg. Oltre a negare la trattativa per il rinnovo del contratto di lavoro in linea con i comportamenti della Fieg, il nostro editore sta mettendo in atto una serie di provocazioni tese a umiliare l'autonomia e la funzione democratica dei giornalisti e a rompere pratiche consolidate. A Radio Capital prosegue, e dal primo gennaio si intensificherà, la riduzione degli organici redazionali con conseguente taglio della produzione giornalistica per trasferire i colleghi a Repubblica tv. Senza presentare un piano editoriale e in assenza di rinnovo di contratto, la proprietà ha di fatto introdotto metodi di lavoro sui quali manca un confronto ed estranei alla pratica professionale dei giornalisti. In più. il nostro editore ha decurtato dalle tredicesime mensilità dei giornalisti le incidenze delle giornate di sciopero fatte nel corso dell'anno. Non era mai accaduto prima e questo episodio segna l'ennesima rottura tra le parti. Saranno i legali della Fnsi, che ha già dato loro mandato in questo senso, a verificare se la Fieg poteva o non poteva operare questa trattenuta.Il nostro editore e proprietario sta scaricando sui giornalisti i costi della produzione, sta penalizzando la professionalità e sta facendosi schermo dell'assenza di contratto nazionale per rifiutare qualsiasi confronto sul piano aziendale. Lasciare i lettori senza informazione non si piace ma il comportamento degli editori, in primis il nostro, ci costringe a decisioni radicali per salvare la libertà e la pluralità dell'informazione. (ANSA) - ROMA, 15 dic - Il segretario della Federazione Nazionale della Stampa Paolo Serventi Longhi indirizza parole di forte solidarieta' e di vicinanza ai giornalisti che in queste ore stanno mettendo in pratica forme di protesta contro gli editori. ''Sono assolutamente solidale verso i colleghi - dice Serventi Longhi - gli editori stanno raccogliendo esattamente quello che hanno seminato''. Sul fronte della previdenza che ha fatto registrare un'iniziativa congiunta dei Comitati di redazione del 'Messaggero' e del 'Sole 24 ore', aggiunge: ''La posizione della Fieg sulla previdenza contribuisce ad avvelenare un clima che poteva essere ben altro se le imprese avessero seguito la strada del dialogo''. E, su quanto sta avvenendo a Repubblica, dice: ''Ogni forma di lotta e' assolutamente legittima''. ''Al muro contro muro della Fieg - conclude il segretario della Fnsi - si puo' rispondere solo con la lotta dura''. (ANSA).

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