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Fnsi 09 Apr 2003

Guerra in Iraq: milizie irachene sequestrano giornalisti Serventi: governi e organizzazioni internazionali intervengano immediatamente

Guerra in Iraq: milizie irachene sequestrano giornalisti Serventi: governi e organizzazioni internazionali intervengano immediatamente

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Il Segretario Generale della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Paolo Serventi Longhi, ha dichiarato: “La situazione dei giornalisti a Baghdad è gravissima. Le autorità militari americane devono considerare il rischio che alcuni colleghi possano essere utilizzati come scudi umani da gruppi di miliziani iracheni allo sbando. Occorre che tutte le organizzazioni internazionali ed i governi intervengano immediatamente per garantire la sicurezza dei colleghi.” Guerra in Iraq: stampa spagnola, giornalisti catturati a Baghdad Madrid, 9 aprile 2003. ANSA - Alcuni giornalisti inviati a Baghdad ''sono stati catturati da un gruppo di miliziani e portati a una sede del partito Baath'', secondo quanto riferisce l'agenzia di notizie spagnola Efe, citata nell'edizione online del quotidiano El Mundo. Secondo le stesse fonti, un altro gruppo di giornalisti ''è stato raggiunto da spari mentre circolava in macchina per le strade della capitale irachena'', e non si sa finora se alcuni sono rimasti feriti nella sparatoria. Guerra in Iraq: miliziani in hotel Palestine, giornalisti se ne vanno Madrid, 9 aprile 2003. ANSA - Gli inviati dell'agenzia di notizie Efe, la principale in Spagna, hanno cominciato ad abbandonare oggi l'Hotel Palestine a Baghdad, dove in precedenza hanno fatto irruzione miliziani armati e dove non viene più garantita la sicurezza. Lo hanno detto fonti giornalistiche spagnole. Ieri nell'Hotel Palestine un colpo di cannone di un carro armato americano ha ucciso due giornalisti, fra i quali il cameraman del canale privato spagnolo Telecinco, Josè Couso. Gli inviati della Efe fanno parte del numeroso gruppo di giornalisti che hanno deciso di lasciare l'albergo ''dopo l'arrivo di miliziani armati arabi'', ''la dissoluzione di ogni tipo di autorità irachena'' e il fatto che ''la Croce Rossa ha comunicato che non può garantire la loro evacuazione dalla capitale'', scrive il giornale spagnolo Abc nella sua edizione online. Guerra in Iraq: Madrid, attacco a hotel Palestine 'errore gravissimo' Governo spagnolo non può garantire sicurezza suoi inviati Madrid, 9 aprile 2003. ANSA - Il ministro spagnolo della Difesa, Federico Trillo, ha detto oggi che l'attacco americano di ieri contro l'Hotel Palestine ''è stato un errore gravissimo''. Il suo governo, ha aggiunto,''non può garantire la sicurezza dei giornalisti'' che si trovano a Baghdad e quindi sta lavorando per evacuarli via Kuwait. In dichiarazioni al Senato di Madrid, Trillo ha sottolineato che le autorità spagnole ''non hanno alcuna possibilità di contribuire alla sicurezza dei giornalisti, e meno che mai tenendo in conto che possono essere usati dal comando iracheno come esca per eventuali attacchi'' ''Non siamo presenti nella zona, non abbiamo truppe combattenti, né possiamo avere altre garanzie se non quella di sapere che si tratta di eserciti che stanno cercando di agire in ottemperanza del diritto internazionale, anche se ieri hanno commesso un gravissimo errore, riguardo al quale abbiamo chiesto spiegazioni dettagliate'', ha aggiunto il ministro. Trillo non è voluto entrare nei dettagli della ricostruzione dell'attacco contro l'Hotel Palestine, limitandosi ad indicare che ''certe versioni risultano contradditorie'' e aggiungendo che ''non vorrei contribuire a turbare ancora di più l'opinione pubblica''. Guerra in Iraq: Germania, associazione giornalisti condanna Usa Berlino, 9 aprile 2003. ANSA - L'associazione dei giornalisti tedeschi ha criticato gli Usa per l'uccisione a Baghdad di reporter occidentali accusandoli di avere intenzionalmente bombardato l'Hotel Palestina dove è alloggiata la maggior parte dei giornalisti stranieri. Gli Stati Uniti hanno interesse a che i giornalisti riferiscano quello che vogliono gli americani, ha detto Gustl Glattfelder, membro del direzione dell'associazione. In dichiarazioni all'emittente DeutschlandRadio Berlin, Glattfelder, che è anche vice presidente della federazione internazionale dei giornalisti, ha detto che la morte rientra nei rischi professionali del reporter di guerra ma, ha sottolineato, ''il rischio deve rimanere calcolabile''. In una guerra cui partecipano potenze civili come gli Usa dovrebbe essere garantito che ''veicoli chiaramente riconoscibili di giornalisti e edifici non vengano attaccati'', ha detto.

@fnsisocial

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