Guerra in Iraq:
durante il tragitto da Baghdad ad Amman un giornalista argentino muore
e la sua collega ferita
è deceduta il giorno successivo
Roma, 15 aprile 2003. ADNKRONOS - Sono tredici i giornalisti rimasti uccisi in Iraq da quando è scoppiato il conflitto. In seguito all'incidente stradale che ieri era già costato la vita al cameraman argentino Mario Podestà, è morta oggi la sua collega Mariana Veronica Cabrera, rimasta ferita al momento dell'incidente. Entrambi lavoravano per il canale 'America Tv'. I due viaggiavano con un convoglio di vetture che procedeva da Baghdad in direzione di Amman, viaggiando ad alta velocità per evitare possibili imboscate da parte di miliziani iracheni. L'otto aprile scorso tre giornalisti erano rimasti uccisi: il primo, un inviato di Al Jazeera, Tarik Ajoubi, ucciso dalle bombe americane sganciate contro l'ufficio della televisione del Qatar a Baghdad. La seconda vittima era stato un cameraman della Reuters, Taras Protsyuk, 35 anni, di origine ucraina, che lavorava a Varsavia, rimasto ucciso nell'attacco all'Hotel Palestine. Infine, a seguito delle ferite riportate nello stesso attacco, è morto nella sala operatoria dell'ospedale San Raffaele di Baghdad, Jose Couso, 37 anni, cameraman della televisione spagnola Telecinco. Altri tre giornalisti della Reuters sono rimasti feriti nelle esplosioni al Palestine. Il giorno precedente, in un attacco missilistico a sud di Baghdad contro un centro per le comunicazioni americano, erano rimasti uccisi un inviato del quotidiano ''El Mundo'', Julio Anguita Parrado, e il collega del settimanale tedesco Focus, Christian Liebig, ''embedded'' con la terza divisione di fanteria americana. La prima vittima del conflitto era stata, il 22 marzo scorso, un giornalista australiano, Paul Moran, rimasto ucciso nell'esplosione di un'autobomba nel Kurdistan iracheno. Il giorno successivo, nei pressi di Bassora, era morto un giornalista britannico dell'emittente Itn, Terry Lloyd; due cameramen della stessa televisione - Frederic Nerac e Hussein Othman - risultano ufficialmente dispersi, ma in realtà si teme siano morti anche loro. Il 30 marzo scorso, Gaby Rado, corrispondente della tv britannica Channel 4, era morto cadendo dal tetto dell'albergo di Suleymania dove si trovava, mentre il 2 aprile un cameraman della Bbc, Kaveh Golestan, era rimasto ucciso nell'esplosione di una mina nel nord dell'Iraq. Quattro giorni fa, il primo giornalista americano morto: Michael Kelly, 46 anni, del ''Washington Post'', che è anche il primo inviato ''embedded'', al seguito delle truppe, rimasto ucciso. Kelly era morto in un incidente insieme a un altro soldato americano che apparteneva alla terza divisione di fanteria. Domenica, infine, a causa di un'embolia polmonare era morto il 39enne inviato dell'Nbc, David Bloom.