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Editoria 17 Giu 2015

Google deve dichiarare i dati economici? Le divisioni Italia e Irlanda fanno ricorso: deciderà la Corte europea

Giudizio sospeso e atti alla Corte di Giustizia Europea per sapere se l'informativa economica di sistema (o ‘Ies’, la dichiarazione che obbliga gli operatori dei media a comunicare tra l'altro i dati economici sull'attività svolta) sia da estendere anche alle concessionarie di pubblicità attive sul web e alle società che abbiano sede all'estero. L'ha deciso il Tar del Lazio nell'ambito di un ricorso proposto da Google Ireland Limited e da Google Italy.

Giudizio sospeso e atti alla Corte di Giustizia Europea per sapere se l'informativa economica di sistema (o ‘Ies’, la dichiarazione che obbliga gli operatori dei media a comunicare tra l'altro i dati economici sull'attività svolta) sia da estendere anche alle concessionarie di pubblicità attive sul web e alle società che abbiano sede all'estero. L'ha deciso il Tar del Lazio nell'ambito di un ricorso proposto da Google Ireland Limited e da Google Italy.

A giudizio delle ricorrenti - ne dà conto il Tar nella sua ordinanza - la ‘Ies’ riguarderebbe esclusivamente gli operatori dei settori dell'editoria e della radiodiffusione sonora e televisiva, e non Google Italy, controllata italiana del gruppo Google, né Google Ireland, entrambe non attive nel settore editoriale o in quello radiotelevisivo.
Il Tar ha stabilito che ai fini della decisione del ricorso è necessario “adire in via pregiudiziale la Corte di Giustizia al fine di conoscere se, alla stregua di una corretta interpretazione dell'art 56 del Trattato sul Funzionamento dell'Unione Europea (TFUE), la richiesta dell'Autorità di regolazione italiana per il settore delle telecomunicazioni di fornire una complessa 'informativa economica di sistema' sulle attività economiche svolte nei confronti dei consumatori italiani, ecceda o meno le finalità dichiaratamente perseguite dall'Amministrazione nazionale, e quindi possa o meno costituire una misura restrittiva della libera prestazione dei servizi all'interno dell'Unione europea”. (Ansa – Roma, 17 giugno 2015)

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