Gli interventi
dei Segretari del Veneto
e della Liguria
La solidarietà della Ifj
Intervento di Enrico Ferri, esponente della Giunta esecutiva della Fnsi, e segretario del Sindacato dei giornalisti del Veneto alla manifestazione regionale di Padova di martedì 16 aprile 2002. Sciopero Generale contro l’articolo 18 e gli altri provvedimenti del governo sul lavoro. Settantamila in Piazza Insurrezione a Padova. Oggi sciopero generale di tutti i lavoratori proclamato da Cgil-Cisl-Uil e Ugl contro la sospensione dell’articolo 18. Oggi giornata del silenzio dei giornalisti della Federazione Nazionale della Stampa che ha scioperato assieme ai lavoratori della comunicazione aderenti ai sindacati confederali. Siamo orgogliosi di essere qui a fianco dei sindacati confederali per difendere i diritti e le libertà. Tra questi il diritto a una libera informazione che solo l’autonomia dei giornalisti da ogni potere economico e politico, può garantire. E siamo qui anche per confermare la determinazione della Fnsi nella lotta contro il terrorismo, ma anche contro ogni tentativo di coniugare strumentalmente il terrorismo con il conflitto sindacale e sociale. Ma perché i giornalisti scendono in piazza? 1) Perché i provvedimenti contenuti nelle leggi delega del governo non fanno che confermare una prospettiva di informazione intimidita e subalterna. Giornalisti a termine, free-lance, telecineoperatori, fotoreporter, collaboratori pagati a cottimo anche solo 3.000 lire ad articolo, senza alcun diritto e garanzia. Cronisti espulsi dai giornali attraverso l’uso selvaggio che alcuni editori della Fieg fanno delle leggi sul prepensionamento e gli stati di crisi, tentando di colpire duramente l’Inpgi, l’istituto di previdenza dei giornalisti italiani. Fino ai trasferimenti punitivi e alle ritorsioni contro i sindacalisti ad opera degli editori più oltranzisti, come Caltagirone e Riffeser. Attraverso le deleghe sul lavoro, e in particolare con la devastante sospensione dell’articolo18, specialmente per i giovani che si affacciano alla professione, si prospetta una precarizzazione a vita. 2) Scioperiamo e scendiamo in piazza per lanciare un allarme: la nostra società si trova di fronte a un’ anomala ed eccezionale concentrazione di potere economico e potere politico. E la lotta per il controllo dei mezzi di comunicazione mette in tensione tutto il settore e gli uomini che ne fanno parte. Il servizio pubblico, la Rai si trova in questi giorni al centro di interessi fortissimi. La lottizzazione, con questo governo, invece di essere contenuta, è stata rilanciata. C’è il disegno di trasformare le sedi regionali Rai in uffici stampa del potere regionale. Infatti gli attacchi del Presidente della regione Veneto contro il Comitato di redazione della Rai e contro singoli colleghi non sono altro che questo. Non lo permetteremo. La nostra opposizione assieme all’Ordine dei Giornalisti del Veneto, è stata ferma e lo sarà sempre. Respingiamo con determinazione anche l’aggressione antisindacale contro la Federazione nazionale della Stampa da parte di alcuni direttori di giornali e televisioni, tra i quali il direttore de Il Gazzettino. Aggressioni che comunque sono fallite. Poligrafici e giornalisti insieme hanno bloccato l’uscita di molti giornali tra i quali il Gazzettino. 3) Siamo qui anche perché sappiamo che c’è un giornalismo sciatto, pressappochista; un giornalismo che produce danni colposi e qualche volta dolosi, specialmente verso i minori. I cittadini devono denunciare queste cose e devono essere risarciti. Insomma chi sbaglia paga. Noi facciamo e faremo la nostro parte. Cerchiamo di documentare la vita di tutti i giorni, i grandi eventi. Non possiamo che essere testimoni scomodi per tutti. Al G8 di Genova lo siamo stati sia per il governo, sia per l’ala distruttiva dei no global. Ma qui vogliamo ricordare anche gli inviati di guerra morti sul campo in due anni, 56 nel 2000 e 55 nel 2001. In Italia: Ilaria Alpi e Milan Hrovatin, uccisi a Mogadiscio il 20-4-1994; Antonio Russo ucciso in Cecenia il 20 ottobre 2000; Maria Teresa Cutuli falciata in Afghanistan il 19 novembre dello scorso anno. Troppo facile è stato nominarla inviata postmortem, Il Corriere della sera avrebbe dovuto tutelarla. Raffaele Ciriello, fotoreporter ucciso da proiettili israeliani in Palestina il 13 marzo scorso. Quale contratto per lui? Quali tutele? E’ in corso una difficile inchiesta giornalistica. Quanto al Medio Oriente: la tragedia del popolo israeliano è stata raccontata e documentata accuratamente dalla stampa mondiale. Gli inviati di guerra di tutto il mondo protestano invece perché a loro è stato impedito militarmente di raccontare e documentare quella palestinese di questi giorni. I pacifisti sono stati espulsi. Sulla strage di Jenin e altri fatti non si è ancora fatta chiarezza perché non ci sono testimoni super partes. La carenza di informazioni genera nei cittadini disorientamento. La tragedia nella tragedia, i kamikaze, monopolizzano le discussioni e i modi di sentire, sconvolgono le coscienze. Tende a prevalere l’ idea forte. Lo schieramento a tutti i costi. Le invettive di Oriana Fallaci o di altri, all’opposto, che credono di avere la verità in tasca. Non è così che si lavora per la pace. 4) Aggiungo per concludere un quarto e ultimo punto: l’informazione, specialmente nelle società moderne, si consuma come un bene primario: è come il pane. Ma questo pane non è solo dei giornalisti, è di tutti e tutti hanno il diritto-dovere di alimentarlo e proteggerlo. Associazione ligure dei giornalisti Genova, Fnsi e “Ligure” Affermano il “diritto ai diritti” Il diritto ai diritti, per tutti. E per affermare che il mondo dell’informazione non è né una corporazione, né una parte a se stante del mondo del lavoro. Questo il significato dell’intervento di Marcello Zinola, segretario dell’Associazione Ligure dei giornalisti alla manifestazione per lo sciopero generale sull’articolo 18. La manifestazione ha visto la partecipazione di almeno 50 mila persone e uno dei tre cortei non è nemmeno riuscito ad entrare in piazza De Ferrari, storica piazza che, da sempre, è stata il centro delle lotte e delle iniziative del mondo del lavoro e della “società civile”. La “Ligure” ha aperto la serie di interventi previsti dei sindacati confederali liguri, conclusi da Antonio Focillo della Uil nazionale. Il diritto ai diritti, i rischi che corre il mondo dell’informazione con la “riforma” dell’art.18 e dell’impalcatura politica e normativa che la sostiene, le pesanti ricadute che questa avrebbe sul fare e sul ricevere informazione, le ricadute che avrebbe sul mondo del lavoro autonomo e free lance oggi più che mai penalizzato e osteggiato sono stati i temi dell’intervento del sindacato dei giornalisti. “Questa piazza, questo sciopero- ha detto Zinola – non sono né lo sciopero, né la piazza dello sciopero delle banane e di chi convive con i terroristi che hanno ucciso Marco Biagi come oggi ha sostenuto qualcuno. Questa manifestazione – ha aggiunto Zinola – è la manifestazione di chi ha sempre messo il proprio nome e il proprio volto a firma delle proprie lotte e delle proprie iniziative. Chi non ha cultura dei diritti, non può tutelare i propri di diritti, né difendere e affermare quelli degli altri”. L’adesione allo sciopero nelle redazioni liguri, nell’emittenza radiotivù, dei colleghi freelance e fotogiornalisti è stata ampia. Particolarmente significativa l’adesione decisa dai colleghi della cooperativa del Corriere Mercantile e della Gazzetta del Lunedì a conclusione di una articolata e serrata assemblea di redazione. Un significato, anche questo, dell’unitarietà della scelta decisa all’unanimità dalla giunta nazionale dell’Fnsi e dalla Associazione Ligure dei Gionalisti. A tutela dei diritti di tutti, anche di dissentire. Solidarietà Ifj ai colleghi italiani in lotta La Federazione internazionale dei giornalisti ha espresso solidarietà ai colleghi italiani per lo sciopero generale del 16 aprile contro le misure sul lavoro del governo Berlusconi: in una nota la Fij invita le associazioni federate ad esprimere consenso alla Fnsi Italy on General strike including the journalists, April 16.2002 The Federazione della Stampa Nationale Italiana (FNSI), the Italian member organization of the EFJ and IFJ has unanimously decided that journalists will participate in a general strike organized by the Italian trade unions CGIL, CISL and UIL on April 16. The strike will involve journalists from: Daily newspapers, who will not work on April 15 in order to prevent the publication of the edition for April 16; National news agencies, who will not work from April 15 (7.00) till April 16 (7.00); Magazines, who will not work on April 16; Online sector; Freelance sector; Public and private broadcasting at both local and national level, who will not work on April 16, The main objectives of the journalists unions are: Protest against the draft proposal by the government on the labour law (article 18) which suggests to allow the employer to dismiss workers without justified reason; Respond to the attacks on established labour rights and against unions by several media companies; Promote democratic and pluralistic media environment and a communication sector based on quality and reliability. With Kind Regards, Renate Schroeder, European Officer. Bernard Vanmuysewinkel Administrative Officer International Federation of Journalists