«Il tentativo di delegittimare il giornalismo di inchiesta derubricandolo a spalla delle procure è ormai vecchio decenni. E, a quanto pare, è duro a morire. I giornalisti sono chiamati al diritto-dovere di pubblicare tutte le notizie di pubblico interesse. È questo ciò che la Costituzione italiana impone. Comprensibile che una figlia lotti per tutelare l'immagine del padre (come fa oggi Marina Berlusconi dalle colonne de Il Giornale), ma quello che non si può accettare è che questo passi per l'ennesimo attacco alla libertà di informazione». Lo scrive il presidente della Fnsi, Vittorio Di Trapani, su Twitter.
«Il rispetto delle persone, il valore del garantismo passano per regole e leggi che tutelano l'art.21 della Costituzione e il diritto di cronaca - scrive ancora -. Serve più informazione. Non meno. Serve più libertà di stampa. Non meno. Servono quindi norme contro le querele bavaglio. Contro il precariato. Norme a tutela delle fonti e della sicurezza dei giornalisti. Non l'ennesimo limite alla pubblicabilità delle intercettazioni di interesse pubblico». (Ansa)