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Cdr 24 Lug 2015

Giornalisti di Condé Nast in sciopero, il Cdr: “29 nuovi esuberi? Ci sono addirittura redazioni sotto organico”

I giornalisti della Condé Nast hanno deciso di incrociare le braccia per protestare contro l’annuncio dell’azienda di voler ricorrere a 29 nuovi esuberi. “L’assemblea dei giornalisti contesta l’esistenza di questi 29 esuberi – ribatte il Cdr – ci sono anzi alcune redazione sotto organico. Voglio liberarsi dell’attuale organico per poi ricorrere a forza lavoro non contrattualizzata o a service esterni”.

I giornalisti della Condé Nast hanno deciso di incrociare le braccia per protestare contro l’annuncio dell’azienda di voler ricorrere a 29 nuovi esuberi. “L’assemblea dei giornalisti contesta l’esistenza di questi 29 esuberi – ribatte il Cdr – ci sono anzi alcune redazione sotto organico. Voglio liberarsi dell’attuale organico per poi ricorrere a forza lavoro non contrattualizzata o a service esterni”.

Giornalisti di Condé Nast in sciopero per protestare contro l’annuncio dell’azienda di voler procedere a 29 nuovi esuberi da gestire con uscite incentivate e licenziamenti. La comunicazione era stata fatta negli scorsi giorni a Fnsi, Associazione Lombarda dei giornalisti e Cdr e l’assemblea dei giornalisti, riunitasi il 21 luglio scorso, ha subito deciso di proclamare una giornata di astensione dal lavoro per oggi.
“L’assemblea – si legge nel comunicato diramato dal Cdr – contesta l’esistenza di questi 29 esuberi. Riteniamo che nella situazione attuale non solo non ci siano esuberi, ma che alcune redazioni siano addirittura sotto organico e che l'uscita di altri colleghi non potrebbe più in alcun modo garantire gli attuali livelli di qualità dei nostri prodotti e nemmeno l’esistenza stessa di alcuni di loro”.
“La decisione dell'azienda di liberarsi di circa il 20 per centro dell’attuale organico – prosegue la nota – può essere giustificata solo dall’intenzione di ricorrere poi a forza lavoro non contrattualizzata o a service esterni (come già annunciato per i numeri speciali di Wired cartaceo). Chiediamo con quali piani editoriali e piante organiche, l’azienda pensi di riorganizzare le redazioni”.
“Riteniamo che un’azienda in utile, che ha potuto usufruire per due anni dei soldi del nostro istituto di previdenza – conclude quindi il Cdr – non debba e non possa ricorrere ai licenziamenti e che sia opportuno, invece, aprire un nuovo tavolo sindacale e gestire un’eventuale crisi con gli ammortizzatori sociali previsti dalla legge”.
Confermato, dunque, lo stato di agitazione e in più – nel caso di azioni unilaterali da parte dell’azienda – l’assemblea dei giornalisti si riserva di rispondere con il pacchetto di scioperi già approvato precedentemente.

@fnsisocial

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