Assolto «perché il fatto non sussiste». Questa la formula usata dal tribunale di Palmi (Reggio Calabria) a chiusura della vicenda che ha visto protagonista il giornalista Agostino Pantano, accusato di ricettazione per aver pubblicato, nel 2010, quando lavorava al quotidiano Calabria Ora, la relazione redatta dalla Commissione d'accesso che nel 2008 portò allo scioglimento del Comune di Taurianova per infiltrazioni mafiose.
Secondo l'accusa, la relazione pubblicata da Pantano avrebbe contenuto elementi coperti da segreto d'ufficio. Il giornalista era inoltre accusato di aver tratto un profitto dalla pubblicazione del documento.
Come sottolinea lo stesso Pantano sul suo profilo Facebook dopo la sentenza «la Procura di Palmi ha chiesto l'assoluzione con formula ampia, ammettendo che la mia inchiesta giornalistica non ha offeso la giustizia».
Inoltre il giudice ha autorizzato le riprese video durante il procedimento «accettando – prosegue Pantano – di dare massima diffusione all'importante trionfo della libertà di stampa».
Era la seconda volta che la condotta di Pantano veniva valutata in sede giudiziaria. In passato il giornalista era stato oggetto di un procedimento per diffamazione, poi archiviato, intentato dall'ex sindaco di Taurianova, Rocco Biasi.
Il caso di Pantano, fatto oggetto anche di interrogazioni parlamentari presentate dai senatori Francesco Molinari e Lucrezia Ricchiuti, è stato più volte denunciato dai vertici della Federazione nazionale della stampa italiana, attraverso il segretario nazionale aggiunto della Fnsi Carlo Parisi, e i presidenti Santo Della Volpe e Giuseppe Giulietti.
Sostegno al giornalista è stato espresso, infine, attraverso una petizione online in cui era stato chiesto alla Procura di rivedere l'accusa dal momento che l'inchiesta giornalistica era