La difficile vita quotidiana della popolazione civile e quella, ancora più difficile, dei cronisti palestinesi, che alla Palestina e al mondo raccontano cosa accade in quei territori senza pace, nel ricordo di Shireen Abu Akleh, la reporter di Al Jazeera uccisa mentre documentava una operazione dell'esercito israeliano nel campo profughi di Jenin, in Cisgiordania.
Questi i temi al centro della visita nella sede della Federazione nazionale della Stampa italiana, giovedì 19 maggio 2022, della giornalista di Ramallah Wisal Abu Alia che, in Italia in occasione del Premio "Stefano Chiarini", accompagnata dalla collega Stefania Limiti e da Bassam Saleh, a Roma ha incontrato il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso e Vincenzo Vita, in rappresentanza dell'associazione Articolo21.
Lorusso ha rinnovato la vicinanza del sindacato dei giornalisti italiani ai colleghi palestinesi per la morte di Shireen Abu Akleh e ribadito l'impegno della Fnsi, nell'ambito della Federazione internazionale dei giornalisti, a fare in modo che attraverso le organizzazioni internazionali venga assicurata la sicurezza di tutti gli operatori dei media che operano nelle aree di crisi, con l'auspicio che dopo lo stop dovuto alla pandemia possa presto riprendere, anche con il supporto della Ifj, l'interlocuzione in sede Onu per l'approvazione di uno specifico Protocollo per la protezione dei giornalisti nei teatri di guerra.
Dal 2000 ad oggi, ha ricordato Wisal Abu Alia, 55 giornalisti palestinesi sono stati uccisi mentre svolgevano il proprio lavoro. Centinaia i casi di violenze nei confronti degli operatori dei media denunciati ogni anno dal Sindacato dei giornalisti Palestinesi.
In relazione al sistematico attacco da parte di Israele ai giornalisti che lavorano in Palestina la Ifj ha di recente presentato un esposto alla Corte penale internazionale.