Fermati e poi rilasciati dopo alcune ore in caserma, e dopo le proteste di politica e società civile italiane. Luisa Morgantini, 84 anni, ex vicepresidente dell'Europarlamento e nota attivista, e Roberto Bongiorni, giornalista del Sole 24 Ore, sono stati fermati dalla polizia israeliana a Tuba, a sud di Hebron, giovedì 30 gennaio 2025, e portati alla stazione di polizia della colonia di Kiryat Arba perché sarebbero entrati in una 'zona militare'.
Immediate le proteste dall'Italia e la reazione della Fnsi, che con la segretaria generale Alessandra Costante ha subito chiesto a Israele il rilascio del collega e dall'attivista. «Come già scritto all'ambasciatore israeliano a Roma a inizio 2024 - ha ricordato Costante - Israele non può e non deve considerare i giornalisti come obiettivi e limitare il diritto di cronaca. Atteggiamento che non è proprio di uno Stato democratico».
Da qui l'auspicio della Federazione nazionale della Stampa italiana di un pronto rilascio di Bongiorni e Morgantini. Rilascio che è arrivato poco dopo «grazie all'intervento della ambasciata d'Italia a Tel Aviv e del Consolato a Gerusalemme», come hanno riportato in serata le agenzie, citando la Farnesina.