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Rai 20 Set 2005

Gianni Minoli accusa: "La Rai non ama più se stessa e spesso si fa del male da sola mentre la democrazia fondata sulla comunicazione avrebbe bisogno di un ser vizio pubblico forte che tuteli il cittadino"

"Mi dedico anima e corpo a quello che faccio. Ci metto la mia mente, la mia forza e le idee. E come premio la Rai mi mette nelle catacombe".

"Mi dedico anima e corpo a quello che faccio. Ci metto la mia mente, la mia forza e le idee. E come premio la Rai mi mette nelle catacombe".

"Mi dedico anima e corpo a quello che faccio. Ci metto la mia mente, la mia forza e le idee. E come premio la Rai mi mette nelle catacombe". Sono parole dure quelle che Giovanni Minoli, direttore di Rai Educational e conduttore del programma "La storia siamo noi", pronuncia in un'intervista esclusiva che appare sul numero di "Chi" in edicola. Un'atto d'accusa nei confronti del servizio pubblico. "La Rai non ama piu' se stessa e spesso si fa del male da sola e sempre piu' dimentica la sua ragione di esistere". Tra i motivi il conduttore cita anche la programmazione delle sue trasmissioni. "Le catacombe sono una valida metafora per la mia siatuazione attuale. Infatti i nostri programmi vanno in onda o alle otto del mattino o a mezzanotte, malgrado i successi e i riconoscimenti ottenuti". Eppure Minoli continua a credere nella televisione pubblica. "La democrazia fondata sulla comunicazione ha bisogno di un servizio pubblico forte che tuteli il cittadino e l'interesse generale della societa'", dice. E conclude: "Le persone alle quali volevo bene sono quelle che spesso mi hanno fatto piu' male". (ITALPRESS)

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