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Vertenze 04 Nov 2008

Genova, a Telecittà vanno in onda licenziamenti e violazioni dei diritti sindacali

PTV, dove non esistono ne’ regole ne’ diritto. L’editore di Primo Canale, acquista Telecittà da Coop7 (che lascia prima garantendo all’annuncio della cessione, organici e contratti, salvo poi essere smentita dai fatti e negare ogni impegno), poi caccia metà dei giornalisti: i primi della lista sono i rappresentanti sindacali di redazione e della Associazione Ligure dei Giornalisti.

PTV, dove non esistono ne’ regole ne’ diritto. L’editore di Primo Canale, acquista Telecittà da Coop7 (che lascia prima garantendo all’annuncio della cessione, organici e contratti, salvo poi essere smentita dai fatti e negare ogni impegno), poi caccia metà dei giornalisti: i primi della lista sono i rappresentanti sindacali di redazione e della Associazione Ligure dei Giornalisti.

La Federazione Nazionale della Stampa e l’Associazione Liguri dei Giornalisti, con il Gruppo Cronisti Liguri e l’Unci non permetteranno a Maurizio Rossi di andare oltre nella sua violazione dei diritti e delle regole, non ci facciamo intimidire da atteggiamenti degni solo di un “padrone” nell’accezione più becera del termine e non di un editore. Quantomeno di un editore degno di questo nome. L’operazione era stata presentata in pompa magna. Coop7, colosso cooperativistico dell’edilizia, dopo anni vendeva a Maurizio Rossi, padrone di Primo Canale che annunciava la nascita e potenziamento di un gruppo televisivo informativo polivalente. E tutti garantivano per i sei giornalisti di Telecittà la continuità del lavoro, del contratto giornalistico Aeranti e ovvi piani di sviluppo. Il primo atto del nuovo padrone era però quello di pagare in ritardo gli stipendi a Telecittà attribuendo la colpa ai contratti pubblicitari capestro ereditati, come se nella trattativa con Coop7 non avesse preso atto e visione di tutte le documentazioni, comprese quelle dei sostanziosi contributi pubblici ricevuti da Telecittà come peraltro da Primo Canale. Dopo l’intervento sindacale gli stipendi (già pagati per due mesi in ritardo mentre risultano ancora non onorate le spettanze di alcuni collaboratori-opinionisti) si sono sbloccati e Maurizio Rossi “scopriva” allora che la Liguria era stata inserita nel programma anticipato del digitale terrestre. Chiudeva allora di fatto il Tg di Telecittà, il sito web senza alcuna comunicazione, accorpando il tutto con il Tg e le programmazioni di Primo Canale, destinando Telecittà alla sperimentazione del digitale terrestre. Infine sostenendo una condizione di bilancio deficitaria, i costi del personale regolarmente contrattualizzato come esosi e ammettendo di “non avere esperienza di relazioni sindacali” (perché nella sua azienda non applica un contratto giornalistico e i giornalisti non hanno diritti come gli altri), presentava un piano per la sperimentazione del digitale con il taglio del 50% degli organici giornalistici di Telecittà. Nelle more di una trattativa (senza alcuna ipotesi di accordo) sul piano editoriale condotta dal sindacato giornalisti con intelligenza e serietà, finalizzata a individuare soluzioni occupazionali e professionali per i giornalisti con attenzione anche al futuro dello stesso gruppo editoriale (ci preoccupa, in prospettiva, anche il destino del personale di Primo Canale), alla vigilia di un incontro fondamentale previsto per venerdì, attivava tre licenziamenti. Due dei quali colpivano i rappresentanti sindacali di Telecittà: Gabriele Remaggi componente del direttivo della Associazione Ligure dei Giornalisti e Giovanna Rosi, fiduciaria di redazione e consigliera nazionale del Gruppo Cronisti alla quale Rossi ha peraltro annunciato telefonicamente il licenziamento, offrendo una soluzione alternativa al lavoro dipendente (sei mesi di collaborazione) a patto che il sindacato non fosse coinvolto nell’eventuale conciliazione. Questa è l’editoria radiotelevisiva espressa da Maurizio Rossi, già vice presidente Frt, evidentemente allergico al diritto dei dipendenti e votato a una gestione padronale e paternalistica delle sue aziende. E già capofila della battaglia contro il servizio pubblico della Rai e il canone, ma attento ai contributi pubblici e ai rapporti con i politici di tutti gli schieramenti, istituzioni ed enti di ogni ordine e grado della Liguria. I quali a loro volta non disdegnano, anzi apprezzano i passaggi e gli inviti sulle emittenti di Maurizio Rossi. Forse è bene che questi riflettano sui media che scelgono per comparire in pubblico. E che magari sostengono con varie forme di, lecito, contributo o inserzioni. Magari chiedendosi chi e cosa c’è, come lavora e in quali condizioni, alla messa in onda delle trasmissioni.

@fnsisocial

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