La polemica scoppiata attorno all'intervento di Marco Travaglio a Che tempo che fa dimostra che ''c'e' un caso Rai'', e cioe' che ''la Rai nel suo insieme e nelle sue articolazioni e' diventata allergica alla pura e semplice idea di liberta' di informazione''.
E' il giudizio di Furio Colombo, in una lunga intervista pubblicata sul sito di Articolo 21. Per Colombo, ''cio' che viene presentato come intervista in realta' e' inteso come una banale conversazione. Chi va alla Rai deve sapere che ci si aspetta di attenersi ad un galateo di pudici silenzi, ovvero di parlar d'altro. O al massimo di promuovere se stessi: un libro, un film, una canzone''. L'ex direttore dell'Unita' punta anche il dito contro alcuni esponenti all'opposizione: ''Invece di stare dalla parte per della liberta' di espressione, che se la usi male viene il giudice, l'opposizione, e specificamente la senatrice Finocchiaro del Pd, e' corsa in aiuto del presidente del Senato''. E ancora, continua Colombo, ''mi scandalizzano le parole usate da Luciano Violante che chiama 'pettegolezzo' cio' che ha scritto un giornalista che e' scortato per minacce di mafia, ovvero Lirio Abbate, il cui frammento di libro e' stato citato da Travaglio. Chiamare pettegolezzo una testimonianza di mafia, mi pare inconcepibile...''. (ANSA)