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Sindacale 24 Mag 2010

Forte denuncia dell'Associazione della stampa abruzzese contro il licenziamento di un collega di Teleponte in aspettativa per missione di pace in Libano

Il licenziamento in tronco di un collega a pochi giorni dal richiamo sotto le armi sarebbe di per sè atto da censurare, per i modi, per i tempi,per la violazione di ogni tutela di legge. Ma quel che è successo a Patrizio Visentin, redattore storico dell’emittente televisiva teramana Teleponte, diventa oggettivamente odioso se si considera che Visentin perde il lavoro perché impegnato in una missione di pace in Libano.

Il licenziamento in tronco di un collega a pochi giorni dal richiamo sotto le armi sarebbe di per sè atto da censurare, per i modi, per i tempi,per la violazione di ogni tutela di legge. Ma quel che è successo a Patrizio Visentin, redattore storico dell’emittente televisiva teramana Teleponte, diventa oggettivamente odioso se si considera che Visentin perde il lavoro perché impegnato in una missione di pace in Libano.

 L’Associazione stampa abruzzeseesprime il più profondo sconcerto anche per il singolare meccanismo messo in atto per dare una parvenza di legittimità al licenziamento. L’amministrazione di Teleponte parla di “contingenti difficoltà economiche” dando così corpo ad un caso unico e – crediamo -irripetibile nella storia sindacale. Il licenziamento in tronco per “contingenti difficoltà economiche”di un dipendente a costo zero !!!! Il collega Visentin, annunciando all’azienda il suo richiamo alle armi, chiedeva l’aspettativa non retribuita,(cioè senza stipendio, né altri oneri previdenziali ed assistenziali ) per la durata di sei mesi, termine espressamente previsto dal contratto di lavoro. L’amministrazione di Teleponte, avrebbe dovuto semplicemente prenderne atto e sospendere dai libri contabili, per i prossimi sei mesi, ogni onere riconducibile al redattore Visentin. E, invece, lo ha licenziato in tronco per “contingenti difficoltà economiche”. L’associazione stampa abruzzese, nel respingere questo inaccettabile provvedimento, si impegna a sostenere il collega Visentin in ogni sede ed auspica, nel contempo, che la proprietà di Teleponte valuti l’opportunità di recedere da una decisione intollerabile.    

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