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Fnsi 21 Set 2005

Fondo per la formazione, Serventi Longhi: “Caro Abruzzo, io parlo ma tu, però, ascolta!”

Il collega Franco Abruzzo, che è uso invadere quotidianamente le mail dei colleghi con le sue sorprendenti considerazioni, chiede in una delle sue ultime esternazioni, con tono imperativo, un mio chiarimento ("Serventi Longhi, parla!!!")

Il collega Franco Abruzzo, che è uso invadere quotidianamente le mail dei colleghi con le sue sorprendenti considerazioni, chiede in una delle sue ultime esternazioni, con tono imperativo, un mio chiarimento ("Serventi Longhi, parla!!!")

Il collega Franco Abruzzo, che è uso invadere quotidianamente le mail dei colleghi con le sue sorprendenti considerazioni, chiede in una delle sue ultime esternazioni, con tono imperativo, un mio chiarimento ("Serventi Longhi, parla!!!") sul Fondo Nazionale paritetico interprofessionale per la formazione continua, la cui contribuzione sarebbe stata dirottata "in silenzio" dalla Fnsi e dalla Fieg all'Inpgi. Abruzzo sostiene che "i quattrini che gli editori versano all'Inps sono stati girati all'Inpgi nel calderone delle aliquote applicate per la mobilità e la disoccupazione con il consenso della Fnsi". E aggiunge "chi dobbiamo ringraziare? Serventi? Solo Serventi? Il Segretario Generale della Fnsi è tenuto a dare una risposta ai giornalisti italiani". Ebbene, Abruzzo stia tranquillo non esiste nessun "giallo" sulla contribuzione per la disoccupazione. Al collega Abruzzo voglio ricordare che la contribuzione integrativa per l'assicurazione obbligatoria contro la disoccupazione involontaria è stata introdotta con legge febbraio 1960 n. 54. Questa contribuzione, a carico delle aziende, era stata stabilita dal 1975 nella misura dell'1,30%. Successivamente con legge del 21 dicembre 1978 n. 845 è stata incrementata di un ulteriore 0,30%. Questo contributo, oggi pari all'1,61%, è erogato per i giornalisti all'Inpgi e per tutti gli altri lavoratori all'Inps (nella stessa misura). Quindi non c'è stato nessun pasticcio, nessuna manovra silenziosa, nessun dirottamento, nessun accordo sottomano tra Fnsi e Fieg. E' stata esclusivamente applicata la legge. Per quanto riguarda il Fondo per la formazione interprofessionale la legge lo ha istituito, con riferimento alle aziende che versano contributi all'Inps, prevedendo che il suo finanziamento avvenga attraverso la destinazione di una aliquota pari allo 0,20% della contribuzione per il Fondo per la disoccupazione. Il Fondo, quindi, riguarda l'Inps e non l'Inpgi. Ciò premesso, sarebbe certamente possibile, nell'ambito dell'autonomia amministrativa e gestionale del nostro Istituto, ragionare di un fondo per la formazione, alimentato dalla stessa percentuale prevista per l'Inps sul contributo di disoccupazione. E Se ne può parlare. Dobbiamo però tutti tener presente che con il contributo per la disoccupazione l'Inpgi deve fronteggiare le spese per l'indennità di disoccupazione, per l'indennità di cassa integrazione e per la copertura degli oneri indiretti derivanti da questa indennità. Se dovessimo scegliere tra la formazione e il sostegno ai colleghi disoccupati, Abruzzo cosa sceglierebbe? Paolo Serventi Longhi Come presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Lombardia – ente pubblico che, di concerto con la Regione Lombardia, ha “creato” nel 1977 la prima Scuola italiana di giornalismo (“Istituto ‘Carlo De Martino’ per la Formazione al Giornalismo”) -, ho chiesto l’8 marzo 2004 l'istituzione e l'attivazione di un “Fondo nazionale paritetico interprofessionale per la Formazione continua dei giornalisti professionisti; dei giornalisti pubblicisti contrattualizzati e dei praticanti giornalisti”. Ciò in base all’'articolo 118 della legge 19.12.2000 n° 388. Ho scritto al Ministro del Lavoro, alla Fieg, alla Fnsi , all’Ordine nazionale e all’Inpgi. Nessuna replica da parte delle istituzioni dei giornalisti. Soltanto Maroni ha risposto: “L’iniziativa spetta a Fnsi e Fieg, a me compete soltanto la nomina dei sindaci del Fondo”. Oggi ho appreso la verità: i quattrini che gli editori versano all’Inps sono stati girati all’Inpgi (nel calderone delle aliquote applicate per la mobilità e la disoccupazione) con il consenso anche della Fnsi (parte sociale come la Fieg dell’Istituto di previdenza). La mia curiosità di oggi 14 settembre 2005 è collegata a una notizia pubblicata da “Il Sole 24 Ore”: la nascita del “Fondo enti religiosi per la Formazione continua”. Da un giro di telefonate ho appreso: 1) che i quattrini versati all’Inps per i poligrafici sono confluiti nel Fondo per la formazione continua gestito dall’industria; 2) che i quattrini, versati per i giornalisti, sono finiti, invece, nelle casse (evidentemente bisognose di aiuti) dell’Inpgi con il consenso dei vertici delle nostre istituzioni. Con una differenza sostanziale: i poligrafici fanno formazione, i giornalisti no. Chi dobbiamo ringraziare? Serventi? Solo Serventi? Il segretario generale della Fnsi è tenuto a dare una risposta e una spiegazione ai giornalisti italiani. LA STORIA… ...Oggi ho appreso che gli articoli 4 e 45 del Cnlg sono stati svuotati. Sono parole scritte sull’acqua. Bel ....golpe!!! Franco Abruzzo presidente Ordine Giornalisti Lombardia Per motivi di spazio siamo stati costretti a togliere la STORIA del comma 1 dell’articolo 118

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