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Uffici Stampa 30 Dic 2008

Fnsi: "Finalmente in Parlamento la questione che riguarda quei colleghi che lavorano nella pubblica amministrazione e che transitando dall'Inpdap all'Inpgi ne ricevono un danno economico"

La Federazione Nazionale della Stampa Italiana comunica:“Approda, finalmente, in Parlamento la questione dei giornalisti che lavorano nella Pubblica amministrazione i quali sono transitati per obbligo di legge, in costanza di rapporto di lavoro, dall’Inpdap all’Inpgi, potendo far valere più di 18 anni di contribuzione al 31/12/1995 nella gestione precedente il passaggio all’Istituto dei giornalisti.

La Federazione Nazionale della Stampa Italiana comunica:“Approda, finalmente, in Parlamento la questione dei giornalisti che lavorano nella Pubblica amministrazione i quali sono transitati per obbligo di legge, in costanza di rapporto di lavoro, dall’Inpdap all’Inpgi, potendo far valere più di 18 anni di contribuzione al 31/12/1995 nella gestione precedente il passaggio all’Istituto dei giornalisti.

Da tale passaggio obbligatorio i colleghi in questione rischiano un danno economico conseguente al cambio del metodo di calcolo della pensione. In una interrogazione con richiesta di risposta scritta al ministro del Lavoro, il parlamentare del Popolo delle libertà, on. Giuliano Cazzola, chiede cosa si intenda fare affinché tali giornalisti mantengano il diritto al trattamento liquidato secondo le regole del sistema retributivo senza penalizzazioni e senza che il costo del ricongiungimento dei periodi contributivi (altri Enti, essenzialmente l’Inpdap, più l’Inpgi) ricada sui lavoratori. La Federazione Nazionale della Stampa Italiana ringrazia l’on. Giuliano Cazzola per la sensibilità dimostrata rispetto alle problematiche manifestatesi a seguito della pur giusta decisione – assunta, a suo tempo, dall’allora ministro del Lavoro, on. Roberto Maroni – di iscrivere obbligatoriamente all’Inpgi i giornalisti che svolgono la propria attività professionale nei ranghi della pubblica amministrazione. La decisione, operativa dal 2001, e che parte dal principio che tutti i giornalisti, ovunque svolgano la loro attività professionale, debbono essere iscritti al loro Istituto di previdenza, sostitutivo, quindi, di ogni altra forma previdenziale, ha, però, creato problemi soprattutto per i colleghi che potevano contare più di 18 anni di anzianità contributiva alla data del 31 dicembre 1995 con un danno conseguente sull’importo della pensione a causa dei meccanismi di calcolo dell’indennità di quiescenza. Da una scelta corretta consegue, quindi, un possibile danno per una parte dei lavoratori interessati. Il Sindacato dei giornalisti ha, da tempo, segnalato la necessità di trovare una soluzione che salvaguardi quanto maturato da questi colleghi senza mettere in discussione il principio generale affermato con l’unificazione nell’Inpgi delle contribuzioni di tutti i giornalisti. Ora, con l’interrogazione parlamentare a risposta scritta, presentata dall’on. Cazzola (a cui speriamo possano associarsi altri parlamentari), la questione è posta formalmente all’attenzione del governo. La Fnsi auspica che ai problemi posti si risponda rapidamente individuando una soluzione positiva per tutti i soggetti interessati”.

@fnsisocial

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