Fnsi e Cdr del gruppo editoriale L'Espresso: Il Codice etico viola il contratto la legge ordinistica e le libertà costituzionali
Il Gruppo Editoriale L’Espresso Spa ha elaborato unilateralmente un “codice etico” con tanto di disposizioni sanzionatorie, che ha fatto recapitare anche ai colleghi del settimanale ”L’Espresso” e del quotidiano “La Repubblica” unitamente al Cud, per ottenerne l’automatica sottoscrizione. Il Gruppo ha intenzione di coinvolgere tutti i giornali controllati, compresi quelli della Finegil in questa “missione”. Inevitabili le proteste da parte dei giornalisti che si vedono coinvolti in una serie di norme che non li riguardano e in altre già contenute nel contratto di lavoro e nella legge ordinistica del 1963. La ratio del documento che “si applica a tutte le società del Gruppo” a tutti i cosidetti “stakeholder” assia i soggetti che hanno rapporti con il gruppo - azionisti, amministratori, dipendenti, collaboratori, clienti - è indicata nel secondo capitolo dal titolo “Missione e visione etica”: “L’obiettivo principale riconosciuto e perseguito dalle Società del Gruppo – si legge - è la creazione di valore per gli azionisti, cui sono orientate le strategie e la gestione operativa di ciascuna Società appartenente al Gruppo”. La replica del segretario della Fnsi, Paolo Serventi Longhi è stata immediata: “Riteniamo che i contenuti di tale documento non possano vincolare i giornalisti in quanto sono in contrasto con i principi contenuti nella legge istitutiva dell’Ordine nazionale dei Giornalisti, violano precise norme del Contratto nazionale di Lavoro giornalistico e limitano la libertà costituzionale di informazione e di critica. Vi ricordiamo che con l’introduzione nel vigente contratto del Regolamento di Disciplina (art. 50), sono state previste le procedure, le modalità e i limiti entro i quali può essere esercitato il diritto di sanzione che la legge attribuisce al datore di lavoro. Inoltre, sempre in base al nuovo art. 50, l’Editore può assumere provvedimenti disciplinari nei confronti del giornalista soltanto quando tali violazioni non rientrano nelle competenze disciplinari dell’Ordine professionale. Riteniamo inoltre che l’art. 8 del CNLG stabilisca già in maniera chiara i diritti e i doveri dei giornalisti nei confronti dell’azienda in caso di attività svolta a favore di terzi. Sono pertanto a nostro avviso illegittimi, in particolare, i punti 5) Disposizioni sanzionatorie e 4.8) Prevenzione dei Conflitti di interessi contenuti, nel documento; discutibili anche numerose altre, non giustificate, imposizioni aziendali, che a norma dell’art. 34 del CNLG dovrebbero essere preventivamente affrontate e discusse con la rappresentanza sindacale. Alla lettera del segretario sono seguite le immediate proteste da parte di due Comitati di redazione del Gruppo, quello dell’Espresso dove il codice è già stato distribuito contestualmente al Cud, e quello della Finegil del Veneto (Mattino di Padova, Tribuna di Treviso, Nuova Venezia) dove non non è stato ancora distribuito. Nel condividere pienamente gli argomenti con i quali la Fnsi ha respinto il “codice etico” stilato dal gruppo editoriale per tutto ciò che riguarda i doveri dei giornalisti di questa azienda, “consideriamo – scrivono i colleghi del Cdr dell’Espresso - irricevibile il citato documento. Poiché è stata richiesta una firma dei singoli redattori all’atto della consegna del documento avvenuta tra l’altro in busta chiusa e congiuntamente al modello Cud, precisiamo che questa firma non ha alcun valore di accettazione di un testo del tutto unilaterale”. Il Cdr Finegil Veneto rincara la dose: “Apprendiamo dalla lettera del segretario della Fnsi che è intenzione del Gruppo editoriale L’Espresso fare sottoscrivere ai giornalisti il “codice etico”. I colleghi di Repubblica e dell’Espresso ritirando il Cud hanno firmato e hanno ricevuto anche il codice etico. Riteniamo scorretta la forma e il contenuto. Condividiamo totalmente le ragioni espresse dal segretario della Fnsi e quindi giudichiamo irricevibile nella forma e nella sostanza un codice etico. Invitiamo i colleghi a non firmare niente prima di vedere il contenuto della busta che viene consegnata dall’amministrazione. Qualora non fosse possibile ritirare solo quanto dovuto dall’azienda (il Cud), agiremo per vie legali”.