«Il mese di gennaio è uno dei più drammatici per il giornalismo siciliano. Pochi giorni fa abbiamo ricordato la morte di Pippo Fava, ucciso a Catania dalla mafia il 4 gennaio 1984. Oggi ricordiamo Beppe Alfano, assassinato a Barcellona Pozzo di Gotto l'8 gennaio del 1993. A fine mese ci inchineremo alla memoria di Mario Francese, colpito a morte sotto la sua abitazione di viale Campania il 26 gennaio 1979». Lo afferma la segreteria dell'Associazione Siciliana della Stampa ricordando, insieme con la Fnsi, il giorno del ventottesimo anniversario della uccisione di Beppe Alfano, corrispondente de 'La Sicilia', sulla cui morte ancora sono ancora aperte le indagini.
«La speranza – aggiungono Fnsi e Assostampa – è che i giudici riescano a fare chiarezza sull'omicidio di un giornalista che ha fatto il suo mestiere e che per questo è stato assassinato dai sicari mafiosi. Ogni giorno decine e decine di cronisti sono impegnati a fare il loro lavoro in modo sempre più difficile e incerto. Per questo ribadiamo l'appello alle istituzioni per interventi concreti in grado di fronteggiare l'emergenza informazione, che diventa sempre più emergenza democratica».
Lo scorso dicembre la Gip di Messina, Valeria Curatolo, ha prorogato di sei mesi le indagini sull'omicidio di Beppe Alfano, confermando il mandato alla Dda l'individuazione «di possibili ulteriori mandanti dell'omicidio». Con lo stesso procedimento la giudice, accogliendo la richiesta della Procura, ha disposto l'archiviazione delle posizioni di Stefano Genovese e Basilio Condipodero, indagati in qualità di esecutori materiali del delitto, ritenendo «non adeguatamente riscontrate le propalazioni» del pentito Carmelo D'Amico che li accusava.
«La Federazione nazionale della Stampa italiana e l'Associazione Siciliana della Stampa – commenta il presidente Fnsi, Giuseppe Giulietti – sono vicini ai familiari di Beppe Alfano in questa giornata del ricordo e, se lo vorranno, saranno al loro fianco sia durante le indagini sia per un definitivo accertamento su mandanti ed esecutori dell'assassinio del cronista. Nei prossimi giorni li incontreremo per concordare le iniziative, anche legali, da portare avanti».
Gruppo Cronisti Siciliani: «Beppe Alfano simbolo di un giornalismo coraggioso»
Il Gruppo cronisti di Assostampa Sicilia (aderente all'Unione nazionale cronisti italiani, gruppo di specializzazione della Fnsi) ricorda Beppe Alfano, corrispondente da Barcellona Pozzo di Gotto (Messina) del quotidiano 'La Sicilia'. I killer entrarono in azione a pochi metri dalla sua abitazione barcellonese, la sera dell'8 gennaio 1993. Alfano fu raggiunto da tre proiettili calibro 22, mentre era alla guida della sua Renault 9 amaranto, in via Guglielmo Marconi.
«Alfano – sottolinea il Gruppo cronisti di Assostampa Sicilia – è stato il simbolo di un giornalismo investigativo coraggioso, condotto senza alcuna copertura professionale e animato unicamente dalla passione civile per la verità e per il riscatto di un territorio segnato da profonde collusioni tra il malaffare mafioso e spezzoni deviati delle istituzioni. Restituire verità e giustizia al suo omicidio, ricostruendone le ragioni tuttora formalmente ignote, significa iniziare ad illuminare un periodo ancora oscuro della nostra storia recente». Per onorare il suo sacrificio l'Unci ha consegnato nel 2013 ai familiari di Beppe Alfano la tessera di cronista onorario alla memoria.