Emittenza locale: gravi inadempienze Canale 68 Veneto. La tesi dell’azienda e la replica dell’Assostampa
In relazione ad un documento critico dell’Associazione Stampa del Veneto , la società editrice di Canale 68 Veneto ha inviato una lettera alla Federazione della stampa in cui afferma di avere eseguito “un solo licenziamento, per giusta causa nei confronti di una giornalista, alla quale corrispondeva uno stipendio netto, in lire, di 2.500.000, e che pretendeva di avere i vantaggi di una dipendente ma i doveri di una free lance, ovvero nessun dovere”. “Che la giornalista abbia ritenuto di impugnarlo, - aggiunge la lettera - ovviamente non ci sorprende. E gli organi preposti, nei quali riponiamo piena fiducia, sapranno accertare la verità dei fatti e trarre le conclusioni conseguenti”. “In redazione e nell’ambiente di lavoro – continua Canale 68 Veneto - l’unica tensione è quella creata da dipendenti condizionati da problemi personali o dalla loro insoddisfazione per il mancato accoglimento, da parte dell’azienda, di pretese incompatibili con i doveri sanciti dal contratto richiamato: per es. quella di fruire delle ferie in periodi in cui l’organizzazione di lavoro dell’emittente non lo consente, o quella di dovere studiare per conseguire la laurea, nobilissima aspirazione, coltivata però in contrasto con i doveri scaturenti dal rapporto di lavoro subordinato”. “Appare singolare poi che ci venga attribuita la “responsabilità” di dimissioni volontarie che in primo luogo danneggiano l’emittente, soprattutto nei casi in cui – e sono due – non è stato rispettato l’obbligo di preavviso contrattualmente sanzionato. Canale 68 Veneto ha sempre rispettato, e rispetta, il contratto giornalistico di settore, in piena coerenza con la propria posizione che la vede riconoscersi nella commissione che lo ha stipulato. Chi parla di finzione, nella sottoscrizione di accordi, evidentemente ha presenti i propri comportamenti e, in mancanza di argomenti, considerato che i fatti sono chiari e incontrovertibili, li attribuisce ad altri”. “Per tutto ciò il sindacato dei giornalisti – sottolinea ancora l’azienda - pensi a tutelare i giornalisti innanzitutto da se stessi, e nel frattempo stia tranquillo: Canale 68 Veneto continuerà ad esercitare la propria attività editoriale con nuovi giornalisti e nuovi tecnici, nel pieno rispetto, come sempre, delle norme e del contratto, in ogni suo aspetto, anche economico. Per il resto Canale 68 Veneto rimane, almeno nel Vicentino, grazie all’indipendenza dell’editore, uno dei pochissimi esempi, se non l’unico, di informazione libera, al servizio della comunità locale degli utenti. Basta considerare del resto gli interessi, assolutamente extraeditoriali, delle altre imprese operanti sia nell’emittenza che nella carta stampata, verificare certe loro fonti di ricavo economico assolutamente irrituali e imbarazzanti, e poi osservare il prodotto informativo diffuso per avere un quadro inquietante nel quale sarebbe interessante indagare il grado di agio o disagio con cui i giornalisti che il sindacato deve tutelare si trovano e si muovono. Quanto all’eventuale ricorso a collaboratori “sottopagati e ricattabili”, il fenomeno non ci ha mai riguardato, nè pensiamo di cambiare registro ora. Però possiamo assicurare che, questo sì, a Vicenza, sarebbe un ottimo terreno d’indagine per un sindacato che volesse tutelare la dignità professionale dei giornalisti, per es. dalla censura che alcuni di essi subiscono, fino alla violazione lampante dei doveri elementari della professione, da capiredattori e direttori molto sensibili agli assetti proprietari delle imprese editoriali per cui lavorano. Ecco, tutto questo è, sì, sconcertante e inaccettabile. Ma, in proposito, il sindacato dei giornalisti a Vicenza cosa fa? Ma quali giornali legge? E quali tg locali segue?” Il Sindacato dei giornalisti del Veneto ha così replicato alla lettera di Canale 68: “La lettera inviata da Canale 68 Veneto si configura come una raccolta di dichiarazioni di principio, accuse a non meglio precisate altre aziende editoriali, ironie gratuite e irrilevanti sull’operato del Sindacato dei Giornalisti. Purtroppo il merito è ben diverso. Una recente ispezione dell’Inpgi ha rilevato gravi inadempienze contributive delle quali Canale 68 dovrà rispondere in forza di legge, ma questa non è altro che la conferma di una serie di denuncie avanzate dal Sindacato a tutela dei giornalisti, anche in sede legale. La raffica di dimissioni che ha letteralmente svuotato l’emittente sarebbe frutto di “problemi personali” e “pretese incompatibili con i doveri sanciti dal contratto”? Si sostiene, di fatto, che un lavoratore mira a perdere il posto, un’idea innovativa nella storia del giornalismo, funestata da migliaia di disoccupati e precari che attendono anche decenni prima di ottenere un posto di lavoro. Si tratta di un capovolgimento della verità, fatta di pressioni e minacce, da parte della proprietà. Canale 68 Veneto ha forse dimenticato il carteggio con il Sindacato dei Giornalisti del Veneto nel quale gli venivano contestati ordini di servizio che pretendevano di fissare la produttività dei giornalisti al di fuori di qualsiasi norma contrattuale: un servizio entro tot ore, un altro non oltre la data ora del giorno per una complessiva produttività fissata nell’arco della giornata. Il giornalismo non è produrre bulloni, ha bisogno di verifiche, di coscienza professionale, di rispetto della verità, a proposito di libertà dell’informazione. Gli esempi potrebbero continuare, ma la privacy dei colleghi, minacciati e vilipesi davanti a testimoni, merita rispetto. Ciliegina sulla torta il fatto che l’attuale coordinatore non risulta nemmeno iscritto all’Ordine dei Giornalisti, un’altra grave violazione di legge. Quanto al ruolo e all’impegno del Sindacato dei Giornalisti del Veneto, rispetto al quadro delle aziende editoriali del Veneto, siamo di fronte ad una critica che non meriterebbe risposta. Basti ricordare a Canale 68, che si erge ad esempio della moralità, che il Veneto è stato il primo ad applicare sperimentalmente un contratto giornalistico alle televisioni locali (oltre un decennio fa), che ha condotto una battaglia contro i finanziamenti della Regione in cambio di interviste, che ha avviato decine di cause a difesa dei contratti e della libertà dei giornalisti, difesa contro editori, come quello di Canale 68, che applicano una personale, quanto inaccettabile, visone della professione”.