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Fnsi 31 Mag 2003

Editoria: Fammoni (Slc-Cgil), solidarietà a Fnsi Fieg: sciopero assurdo e infondato Gasparri:"Iniziativa politica" Vita (Ds): "Giusto lo sciopero della Fnsi" Cdr Espresso condivide la protesta Pierluigi Franz: "Serve pa

Editoria: Fammoni (Slc-Cgil),solidarietà a FnsiFieg: scioperoassurdo e infondatoGasparri:"Iniziativa politica"Vita (Ds): "Giustolo sciopero della Fnsi"Cdr Espressocondivide la protestaPierluigi Franz: "Serve parere legale"Stampa Romana:"Autonomia a rischio"

Editoria: Fammoni (Slc-Cgil),
solidarietà a Fnsi
Fieg: sciopero
assurdo e infondato
Gasparri:"Iniziativa politica"
Vita (Ds): "Giusto
lo sciopero della Fnsi"
Cdr Espresso
condivide la protesta
Pierluigi Franz:
"Serve parere legale"
Stampa Romana:
"Autonomia a rischio"

Piena solidarietà della Cgil-Slc alla Federazione Nazionale della Stampa per la giornata di protesta indetta il 6 giugno sulla libertà di informazione. Ad esprimerla è il segretario della Slc Cgil, Fulvio Fammoni, che sottolinea: «La libertà di informazione rappresenta un capitolo grave del deterioramento politico istituzionale del paese». Nel nostro Paese, denuncia il sindacalista, "l'omologazione e l'intolleranza, le ingerenze e gli atti disciplinari sono all'ordine del giorno. E creano un clima in cui tutto anche il caso ultimo del Corriere si inserisce; sono scelte che puntano ad un controllo dell'informazione sempre più esteso, come il ddl Gasparri dimostra ed enfatizza nel problema del conflitto di interessi". "Il futuro della libertà di informazione - dice Fammoni - è punto importante della mobilitazione della Cgil sul terreno dei diritti, che si svilupperà in modo ulteriormente crescente nelle prossime settimane puntando anche al coinvolgimento delle altre organizzazioni sindacali". All'iniziativa indetta per il 6 giugno dalla Fnsi, "che pone al centro questi argomenti - conclude - voglio quindi esprimere la mia piena solidarietà". (ANSA). La Fieg giudica «assurdo e infondato» lo sciopero proclamato dalla Fnsi per il prossimo 6 giugno. «La stampa italiana - scrive in una nota la Federazione degli editori - ha mille problemi, ma non certo quello della sua libertà, come dimostra quotidianamente con la molteplicità delle sue posizioni e la vivacità delle sue contrapposizioni». «Impedire l'uscita dei giornali - prosegue la nota - serve solo a far danno ai giornali ed ai loro lettori, a ridurre cioè quel diritto ad informare e ad essere informati che si dice di voler difendere». Uno sciopero, conclude la Fieg, «evidentemente ispirato da motivazioni che non hanno nulla a vedere con i problemi reali dei giornali e dei giornalisti e che arreca solo danno ad entrambi». (ANSA). "Credo che le parole dette ieri dal dottor Romiti siano state chiare e risolutive. Non vi è stata alcuna interferenza di natura politica in questa vicenda». Da Salerno, dove è intervenuto al convegno organizzato dal centro sportivo universitario sul tema «Sport territorio e comunicazione», il ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri ha commentato il cambio della guardia al vertice del quotidiano di Via Solferino. «Credo che un ottimo direttore del Corriere della Sera come de Bortoli, in carica per sei anni, una durata rilevante rapportata alla durata media di qualsiasi tipo di incarico, ha lasciato il posto ad un altro direttore di grandi potenzialità. Ho parlato con entrambi - ha aggiunto - e mi hanno dimostrato grande serenità. Ritengo che in questo caso non si debbano dare letture politiciste». «Lo sciopero indetto dai giornalisti per il 6 giugno - ha concluso Gasparri - è di natura politica, perchè non vi è alcuna minaccia alla libertà di informazione. Dire questo nei riguardi del Corriere della Sera è assolutamente ridicolo».(ANSA). Giusto lo sciopero dei giornalisti del Corriere e lo sciopero generale dei giornalisti indetto per il 6 giugno dalla Fnsi, «ma per difendere la libertà di informazione serve ora anche l'intervento della politica». La pensa così il diessino Vincenzo Vita, che rilancia l'idea di una «grande iniziativa delle opposizioni insieme con il mondo della cultura e delle associazioni in difesa della libertà di informazione in Italia». La vicenda di cui è stato protagonista in questi giorni il Corriere della Sera, dice l'esponente diessino, «non va presa sottogamba. Nessuno mette in discussione la professionalità del nuovo direttore Stefano Folli - sottolinea - ma è chiaro che attorno al Corriere si è giocata una complessa partita». Avendo perso «gran parte della credibilità politica - prosegue l'ex sottosegretario alle comunicazioni - la destra sta cercando ora di tirare le fila del sistema delle comunicazioni. Non basta Mediaset, non bastano gli interventi sulla Rai, non basta tutto il resto, ecco ora anche un'iniziativa sui giornali, che ha nella vicenda del Corriere il suo caso più emblematico". In questo quadro, sostiene Vita, «le opposizioni devono trovarsi unite e dare vita ad una grande iniziativa per la libertà di informazione in Italia che potrebbe coincidere con l'arrivo in aula, al Senato, del ddl Gasparri sul riordino del sistema radiotelevisivo. Dopo lo sciopero dei giornalisti - conclude - è necessario che anche le forze politiche, il mondo della cultura e delle associazioni facciano la loro parte».(ANSA). Il caso del 'Corriere' «è un ulteriore segnale preoccupante in un contesto in cui la libertà di espressione e l'esercizio della professione giornalistica con indipendenza appaiono minacciate da più parti». A sottolinearlo è il Cdr dell'Espresso, che esprime solidarietà ai colleghi del Corsera e «condivide la necessità di un'iniziativa di protesta che coinvolga tutti i giornalisti italiani». Il Comitato di redazione de 'L'Espresso' - si legge in una nota - «esprime la propria solidarietà ai colleghi del 'Corriere della Sera' e condivide la loro protesta per le modalità poco chiare con cui la proprietà della Rcs ha posto in atto il cambio di direzione del quotidiano». «Ferma restando la stima per il direttore uscente e per quello entrante - prosegue la nota - il Cdr de 'L'Espresso' invita tutti i giornalisti, e non solo quelli del gruppo Rcs, a vigilare perchè, in questo e in ogni altro caso, dietro la mancanza di trasparenza delle decisioni societarie non si concretizzino le mire di chi vorrebbe un'informazione più irreggimentata e prona al potere politico ed economico. Il caso del 'Corriere' è un ulteriore segnale preoccupante in un contesto in cui la libertà di espressione e l'esercizio della professione giornalistica con indipendenza appaiono minacciate da più parti (nuove norme sul reato di diffamazione, discutibili codici etici, attacco a istituti e figure contrattuali consolidati, ecc.)». Per tutto ciò, conclude il comunicato, «il Cdr de 'L'Espresso' condivide la necessità di andare a un'iniziativa di protesta che convolga tutti i giornalisti italiani». (ANSA). E' «opportuno» chiedere «un parere legale approfondito» sull'ipotesi di uno sciopero dei giornalisti indetto per il prossimo 6 giugno, alla vigilia del secondo turno delle elezioni amministrative in numerose località e regioni italiane. Lo rimarca il presidente dell'Associazione Stampa romana, Pierluigi Roesler Franz, in una nota alla Federazione nazionale della Stampa italiana. Infatti «la mancata uscita in edicola dei quotidiani sabato 7 giugno per lo sciopero dei giornalisti e la mancata messa in onda il 6 giugno di servizi giornalistici radiofonici e televisivi sulle reti Rai - osserva Roesler Franz - potrebbe essere in contrasto con la legge n. 146 del 12 giugno 1990, modificata dalla legge n. 83 dell'11 aprile 2000, nonchè con l'accordo del 22 novembre 2001 tra la Rai e i sindacati per la regolamentazione del diritto di sciopero». Il rappresentante dei cronisti romani ricorda che l'8 e il 9 giugno si svolgeranno le elezioni regionali in Friuli-Venezia Giulia e Valle d'Aosta e i ballottaggi per i Presidenti delle province di Caltanissetta, Siracusa e Trapani, nonchè per i Sindaci di Brescia, Sondrio, Vicenza, Treviso, Pescara, Ragusa e di altri importanti Comuni italiani, oltre al primo turno per l'elezione dei Sindaci di Udine e Viareggio. In tutto sono dieci le Regioni direttamente interessate dal voto e quindi, sottolinea, «l'eventuale esonero dallo sciopero del 6 giugno da parte della Fnsi non avrebbe alcun senso perchè riguarderebbe i giornalisti di troppe Regioni italiane». (Adnkronos) «L'autonomia dei giornalisti, delle redazioni, delle testate è sempre più a rischio: non basta prendere atto di una situazione sempre più difficile, è necessario che questi temi divengano oggetto di confronto e di dibattito non solo all'interno del sindacato e nelle redazioni ma anche con i rappresentanti istituzionali e i cittadini». Lo sottolinea in una nota l'Associazione stampa romana, che chiede ai giornalisti di reagire «in modo unitario» alla situazione attuale. I vertici dell'Asr si riuniranno nei prossimi giorni, «in vista della giornata di protesta in difesa della libertà di stampa e di fronte alla conferma delle tre giornate di sciopero proclamate dalla giunta della Fnsi per l'indipendenza della categoria». «È necessario discutere anche della situazione nelle redazioni romane. Il cambio di direzione al Corriere della Sera, le tensioni al Tg1 e le ispezioni al Tg3, la difficile trattativa per Sky Italia, le situazioni di crisi al Corriere dello Sport come al Gruppo Riffeser, il continuo stillicidio di tensioni sindacali all'interno delle redazioni, devono essere affrontate dalla categoria in modo unitario». L'Asr anticipa che «in tempi brevi riunirà la Consulta dei Cdr» e «invita i comitati di redazioni a convocare assemblee per esaminare i problemi delle diverse testate e più in generale della situazione dell'informazione, e a partecipare alle iniziative del sindacato a tutela della libertà dei giornalisti di informare e dei cittadini di essere informati». (Adnkronos).

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