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Fnsi 30 Giu 2003

Editoria: Ddl Bonaiuti e articolo 18, Serventi Longhi un grave attacco all’autonomia Gli interventi dei Cdr de l’Unità, di Liberazione e di Europa

Editoria: Ddl Bonaiuti e articolo 18, Serventi Longhi un grave attacco all’autonomia Gli interventi dei Cdr de l’Unità, di Liberazione e di Europa

Editoria: Ddl Bonaiuti
e articolo 18,
Serventi Longhi
un grave attacco
all’autonomia
Gli interventi dei Cdr
de l’Unità, di Liberazione e di Europa

La Federazione Nazionale della Stampa Italiana comunica: "Il disegno di legge sull'editoria presentato dal Sottosegretario Paolo Bonaiuti e approvato dal Consiglio dei Ministri contiene aspetti positivi ed altri che generano preoccupazione. Il ddl Bonaiuti, tra l'altro, è stato varato senza che siano state consultate le organizzazioni sindacali del settore ed in particolare la Federazione della Stampa. Il principale motivo di preoccupazione, sempre che il testo approvato corrisponda alla bozza circolata nei giorni scorsi, riguarda il fatto che i giornalisti dipendenti dalle aziende editrici di giornali organi delle forze politiche sono stati equiparati ai dipendenti dei partiti stessi. Questo significa che ai giornalisti dei quotidiani di partito o di movimento non è applicato l'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, e quindi i colleghi licenziati senza giusta causa, anche in aziende con più di 15 dipendenti, perdono il diritto alla reintegrazione al posto di lavoro. Si tratta di una decisione incomprensibile e gravissima che colpisce l'autonomia dei giornalisti il cui posto di lavoro sarebbe a rischio se il ddl venisse approvato dalle camere. Il ddl Bonaiuti, pur definendo positivamente il regime di compensazione del credito Iva in favore dell'Istituto di Previdenza dei Giornalisti, consente alle aziende che abbiano una pendenza giudiziaria in materia di violazione contributiva, di ottenere i contributi pubblici sul credito agevolato. Un provvedimento questo, che contrasta con l'attuale norma che garantisce l'intervento dello Stato solo per le aziende in regola con i versamenti contributivi. Il ddl definisce inoltre con precisione l'ambito di applicazione delle norme relative alla registrazione delle testate edite via Internet e quindi alla nomina di un direttore responsabile, con una formulazione interessante ma che va esaminata con i soggetti che fanno informazione on line. Parzialmente positiva è la norma che ripristina le tariffe postali agevolate ma solo per alcune importanti categorie di periodici. Razionali e apprezzabili sono infine le norme che snelliscono le procedure relative alla richiesta di credito agevolato e quelle che impongono l'obbligo di pubblicazione sugli organi di stampa dei bilanci degli Enti pubblici." Il Segretario Generale della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Paolo Serventi Longhi, ha dichiarato: "Hanno ragione i colleghi de L'Unità, di Liberazione e di tutti i quotidiani politici e di movimento, di ogni parte, ad essere preoccupati per la norma della nuova legge sull'editoria proposta dal governo che li esclude dall'applicazione dell'articolo 18 dello statuto dei lavoratori. Già ieri la Fnsi ha protestato con il Governo per questo articolo del ddl Bonaiuti che, se trovasse attuazione, limiterebbe fortemente l'autonomia dei giornalisti, sottoposti al ricatto del licenziamento senza giusta causa. Si tratta, quindi, di una norma gravissima che va eliminata immediatamente e contro la quale la Federazione della Stampa attuerà tutte le iniziative sindacali che si riterranno necessarie." EDITORIA: DDL; CDR UNITA', PREOCCUPAZIONE PER NORME ''Viva preoccupazione ed allarme'' è espressa dal Comitato di redazione del quotidiano L'Unità, per alcune norme contenute nel ddl Bonaiuti. In particolare i giornalisti del quotidiano definiscono ''incomprensibile e dettato da logiche punitive, l'articolo che vuole equiparare i giornalisti che lavorano nei quotidiani editi da partiti e movimenti politici ai dipendenti stessi dei partiti''. Secondo il Cdr dell'Unità infatti ''se passa questa parte del ddl i colleghi che lavorano in questi in questi giornali possono essere licenziati senza le tutele previste dall'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, anche se le aziende hanno più di 15 dipendenti''. Insomma a loro avviso si tratta ''di una norma odiosa, non solo perché mette in discussione il diritto al lavoro, ma anche perche' apre una forte discriminazione all'interno della categoria''. Per queste ragioni il Cdr dell'Unità invita i Cdr degli altri quotidiani e la Fnsi ad opporsi con forza contro questa parte del ddl sull'editoria.(ANSA) EDITORIA: DDL; CDR LIBERAZIONE, NO A NORME GIORNALI PARTITO Il Comitato di redazione di Liberazione ''condivide la preoccupazione espressa dalla Fnsi su quella parte del Ddl sull'editoria che riguarda i giornali di partito''. ''Se questa normativa andasse in porto, ai giornalisti che lavorano presso queste testate - spiegano a Liberazione - non verrebbe più applicato l'art. 18 dello statuto dei lavoratori in quanto sarebbero equiparati ai dipendenti dei partiti stessi''. Per questo il Cdr del quotidiano fa proprio l'appello del Cdr dell'Unità, che invita ''le rappresentanze sindacali di tutti i quotidiani ad opporsi con forza a questa parte del ddl sull'editoria''.(ANSA) Il Comitato di redazione di Europa, nel condividere le preoccupazioni espresse dalla Fnsi e dai colleghi degli altri quotidiani di partito per alcune gravissime norme contenute nel ddl  sull’editoria, denuncia l’attacco perpetrato contro la stampa di partito. L’articolo che punta ad equiparare i giornalisti che lavorano nei quotidiani editi da partiti e movimenti politici ai dipendenti dei partiti, privandoli delle tutele previste dall’articolo 18 dello statuto dei lavoratori anche se le aziende hanno più di 15 dipendenti, non solo mortifica le professionalità ma suona come il tentativo di mettere un bavaglio alla stampa di partito. Secondo il Cdr di Europa la normativa, peraltro discriminatoria, rischia di creare una pericolosa frattura all’interno della categoria etichettando i giornalisti che lavorano presso i quotidiani di partito come giornalisti di serie B, ovvero non giornalisti per giunta licenziabili. Per questo il Cdr di Europa si unisce all’invito dei Cdr dell’Unità e di Liberazione ed invita le rappresentanze sindacali di tutti i giornali e la Fnsi ad opporsi con forza a questa parte del ddl sull’editoria. Il Cdr di Europa

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