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Fnsi 13 Lug 2003

E' morto negli studi Rai padre Carlo Cremona, pioniere del giornalismo religioso

E' morto negli studi Rai padre Carlo Cremona, pioniere del giornalismo religioso

E' morto negli studi Rai padre Carlo Cremona, pioniere del giornalismo religioso

Padre Carlo Cremona, pioniere del giornalismo religioso, si è congedato dal mondo in uno studio televisivo. Aveva appena partecipato alla puntata di Uno mattina negli studi Rai di Saxa Rubra quando si è accasciato ed è morto. La sua prima camera ardente è stata l'infermeria di Saxa, dove è subito cominciata una processione di giornalisti commossi. Nato a Genazzano quasi ottantasei anni fa padre Carlo - piccolo di statura, lenti spesse da miope, battuta sempre pronta e loquela precisa e sintetica, - era notissimo al pubblico della radio e della televisione. «Per il Gr2 Carlo Cremona» è la frase che ha ripetuto migliaia di volte, congedandosi dagli ascoltatori della radio, mentre negli anni '50, quando cominciò la sua collaborazione con la Rai poi continuata ininterrottamente, fu il primo a portare in video, il sabato sera, il commento delle pagine del Vangelo. Il commento al Vangelo lo continuava ancora oggi in una rubrica, sempre il sabato, sul quotidiano Avvenire. Aveva risposto alla vocazione religiosa prima come monaco agostiniano e poi come sacerdote diocesano (tra l'altro parroco a Roma per 19 anni). Ma certo aveva anche una vocazione a fare informazione, alla quale rispondeva con altrettanto impegno e passione. Amico carissimo di mons. Pasquale Macchi, il segretario di Paolo VI, ed egli stesso vicino a papa Montini, padre Cremona aveva dedicato a quel Papa anche una biografia che tra l'altro faceva luce sul periodo tormentato del rapimento e della prigionia di Aldo Moro. Tra i suoi numerosi libri si ricordano una biografia di sant'Agostino, un romanzo-parabola intitolato L'ultima Apocalisse e incentrato sul senso del male, e «I Santi del caldendario», che mette in luce gli aspetti umani dei santi, sia i più venerati che i meno noti. Negli anni Settanta aveva svolto attività pastorale a santa Maria del Popolo, la «chiesa degli artisti», venendo a contatto con molte personalità del cinema e dello spettacolo. E nel '96, commemorando Marcello Mastroianni nel giorno della morte, ricordò quando questi si era presentato a santa Maria con Alberto Sordi, chiedendo il permesso di salire sul tetto per girare la scena di un film. Fumatore accanito per trentanove anni, tanto che non lo si vedeva mai senza sigaretta in bocca, si tolse il vizio nel giro di 24 ore, in seguito a un ricovero in clinica nel '93. Ciononostante, veniva sempre interpellato quando si trattava di parlare della liceità o meno del fumo passivo o del fumo in Quaresima. «Adesso mi accendo subito una sigaretta», rispose scherzando - era il '97 e ormai era un ex fumatore - alla richiesta di un parere su un monsignore che invitava a smettere di fumare. E subito dopo invitava a «fare tutti uno sforzo per riformare questo giornalismo che va dietro a Madonne che piangono, ostie che sanguinano e sigarette accese, per tornare alle notizie vere e all'informazione vera». Certo lui le notizie non le ha mai perse di vista, ed è morto facendo informazione.(ANSA).

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