Il 12 settembre il Parlamento europeo voterà sulla Direttiva di riforma del copyright. Con una lettera aperta pubblicata a partire da oggi sui giornali italiani, la Fieg, Federazione italiana editori giornali, e l'Enpa, l'Associazione degli editori europei, chiedono ai parlamentari di Strasburgo «di votare a favore dell'introduzione di un diritto connesso per gli editori di giornali», così come previsto dall'articolo 11 della proposta di direttiva Ue sul diritto d'autore nel mercato unico digitale.
«L'introduzione di un diritto connesso – spiega una nota diffusa dalla Fieg – tutelerebbe l'informazione professionale, libera e indipendente in Italia e in Europa, consentendo a tutte le aziende editoriali, indipendentemente dalla loro dimensione, di ottenere la giusta remunerazione per il proprio lavoro».
Un appello già lanciato anche dalle associazioni dei giornalisti europei e dei produttori di contenuti, schierati a difesa del diritto d'autore online e della centralità della stampa nella società civile.
Nella lettera, firmata dal presidente della Fieg, Andrea Riffeser Monti, e dal presidente dell'Enpa, Carlo Perrone, si legge che gli editori «vogliono difendere la democrazia e il diritto dei 150 milioni di lettori europei ad una libera Stampa». L'introduzione del diritto connesso, scrivono, «garantirà la sopravvivenza della stampa, minacciata dalla distribuzione massiva di contenuti ad opera dei grandi aggregatori digitali; consentirà alle aziende editoriali, grandi e piccole, di ottenere la giusta remunerazione per il proprio lavoro; contribuirà a difendere i giornalisti e il loro lavoro; riequilibrerà la differenza di valore tra stampa e piattaforme digitali».
E ancora: «garantirà le libertà individuali, mantenendo la possibilità per gli utenti della Rete di essere attori partecipi dei social network, produrre blog, condividere opinioni, foto e link». Senza approvazione della direttiva, invece, si avrà «un generale impoverimento della qualità della produzione editoriale» e «la proliferazione di notizie false e di informazioni non veritiere».
In conclusione, Fieg e Enpa ribadiscono che «la tutela delle aziende editoriali è necessaria per preservare la libertà di stampa a garanzia dei valori democratici».