Diffamò otto suoi redattori. Condannato ex direttore di " Quotidiano di Brindisi, Lecce e Taranto"
Per aver offeso otto suoi giornalisti discriminati dalla nuova proprietà del giornale (passato dalle mani dell'ex ministro Claudio Signorile a quelle dell'imprenditore Francesco Gaetano Caltagirone), l'ex direttore del "Quotidiano di Brindisi, Lecce e Taranto" Giulio Mastroianni è stato condannato per diffamazione dal Tribunale penale di Lecce-seconda sezione monocratica (giudice Annalisa De Benedictis). A Mastroianni è stata inflitta una condanna di seicento euro di multa oltre al risarcimento del danno verso gli otto giornalisti professionisti diffamati (Antonio Attino, Roberto Guido, Vito Luperto, Massimo Melillo, Marcello Orlandini, Paolo Melchiorre, Franco Sinisi, Marcello Tarricone), costituitisi parte civile attraverso gli avvocati Nicola De Pietro, del foro di Lecce, e Gaetano Vitale, del foro di Taranto). Gli otto giornalisti (fra cui il vicepresidente vicario dell’Associazione della Stampa di Puglia, Roberto Guido) avevano sporto querela nei confronti di Mastroianni dopo che questi, nelle vesti di direttore del "Quotidiano", sia in un editoriale sullo stesso "Quotidiano" sia in un'intervista ad un giornale salentino nel luglio ‘98 aveva rivolto giudizi e affermazioni "obiettivamente ed ingiustificatamente diffamatorie", come era stato scritto dal magistrato nella richiesta di rinvio a giudizio. Mastroianni, riferendosi agli otto giornalisti, aveva tra l'altro usato espressioni del tipo "si voleva ad esempio consentire ad una persona che in un anno è mancata per 220 giorni di restare sotto l'ombrello di un Sindacato tutti insieme appassionatamente... A nessuno piace dire sono rimasto fuori perché sono un incapace e un pelandrone..." oppure frasi come "il Sindacato nazionale ha forzato la mano per una trattativa collettiva che lasciasse inalterati organici, privilegi e fannullosità... Voleva imporre il perpetrarsi di privilegi, presunzioni e arroganze. Gli esclusi, appoggiati da qualche politico locale hanno alzato un gran polverone con dibattiti, interviste e tavole rotonde per pochi intimi...". “La condanna dell'ex direttore di Quotidiano per aver pubblicamente insultato i colleghi discriminati dall’editore - commenta il presidente dell'Associazione della Stampa di Puglia, Felice Salvati - fa luce su una delle pagine più nere del giornalismo pugliese, con un editore che continua ancora a tenere atteggiamenti vessatori e persecutori nei confronti di questi colleghi, nonostante i tanti e favorevoli pronunciamenti della Magistratura del Lavoro”. “È bene non dimenticare - aggiunge Salvati - come l'ex direttore di Quotidiano per assecondare l’anomalo passaggio di proprietà dell'azienda si rese protagonista di un inaudito quanto gratuito attacco nei confronti dello stesso Sindacato nazionale dei giornalisti, oltre che degli otto colleghi".