Diffamazione. Il presidente Fnsi: ”Il carcere per i giornalisti un’intimidazione”. Altre posizioni critiche
Roma, 7 maggio 2003. ASCA - ''E' una grave svolta illiberale, un atto di intimidazione verso la libera stampa da parte di un gruppo di potenti che considerano la libera informazione un pericolo e non elemento essenziale delle garanzie democratiche di tutti i cittadini''. Così il presidente della Federazione nazionale della stampa Franco Siddi, giudica il voto in commissione giustizia della Camera sull'emendamento di Forza Italia che ripristina il carcere per il reato di diffamazione a mezzo stampa. ''E' il momento di un appello a tutte le coscienze libere per ribaltare questo voto nei passaggi successivi del progetto di legge e per realizzare una riforma legislativa liberale e chiaramente ancorata a principi e valori della nostra Costituzione''. Siddi manifesta, inoltre, ''apprezzamento per il gesto di coerenza del relatore'', Gianfranco Anedda, che si è dimesso dopo il voto. Assostampa di Basilicata Alla vergogna di aver approvato un emendamento per il carcere fino a tre anni per i giornalisti condannati per diffamazione sta ora seguendo lo spettacolo di chi, dopo aver proposto e sostenuto questa barbarie, fa ora finta di averlo fatto distrattamente. Si è buttato via un lavoro serio fatto dal relatore del provvedimento, Gianfranco Anedda, che aveva cercato con equilibrio, di ammodernare un istituto segnato dal tempo. Il colpo di mano di oggi, visto insieme ad altri episodi di questi giorni non è un atto isolato, ma fa parte di una strategia tendente a intimidire il mondo dell' informazione. Dopo i magistrati tocca alla stampa? Comunicato di Nuova Informazione 8 maggio 2003 Ieri l'emendamento approvato alla Camera, su proposta di Forza Italia, che vuol reintrodurre il carcere fino a tre anni per i giornalisti condannati per diffamazione, cioè per un reato intimamente connesso allo svolgimento della loro professione. Oggi la visita degli ispettori della Rai alla sede del tg3, alla ricerca di prove "a carico" dei colleghi dopo i servizi, squisitamente di cronaca, sulla deposizione in tribunale del presidente del consiglio e sulla "aggressione" verbale da lui subita all'uscita dall'aula. I consiglieri lombardi di Nuova Informazione esprimono grave preoccupazione per quanto sta accadendo sul fronte della libertà di stampa e per l'azione del governo e delle forze di maggioranza, si associano alle parole del segretario della Fnsi, dell'Usigrai e dell'Unione cronisti, di condanna di questi fatti ed in a difesa dei colleghi platealmente intimiditi da chi, alla guida del Governo, è anche il più grande editore italiano. E dovrebbe quindi, in teoria, essere interessato alla difesa della libertà di informazione.