«La Federazione internazionale e la Federazione europea dei giornalisti condannano con forza il progetto di modifica del codice penale italiano che punta ad inasprire le sanzioni nei confronti di coloro che sono accusati di diffamazione ai danni di rappresentanti della classe politica, della magistratura e della pubblica amministrazione». Questo l’incipit dell’appello – pubblicato sul sito internet del sindacato europeo di categoria – che le organizzazioni internazionali rivolgono alle autorità italiane insieme con la richiesta di depenalizzare la diffamazione: «Sulla questione – scrivono – Efj e Ifj hanno inviato al Consiglio d'Europa una segnalazione pubblicata sulla Piattaforma per la protezione dei giornalisti».
Dopo le proteste della Fnsi, dell’Ordine dei giornalisti e di Ossigeno per l’informazione, anche le organizzazioni internazionali dei giornalisti si mobilitano, dunque, contro il disegno di legge votato in commissione Giustizia al Senato il 3 maggio 2016 e ora prossimo ad essere portato in aula. «Già nel 2013 – si legge nella segnalazione – Dunja Mijatović, rappresentante dell’Osce (l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, ndr) per la libertà dei media, ha indirizzato una lettera all’allora ministro degli Esteri italiano, Emma Bonino, per ricordare che la giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'uomo considera la pena del carcere per la diffamazione una sanzione sproporzionata e una minaccia per la democrazia».
Secondo Ricardo Gutiérrez, segretario generale della Efj, «in uno Stato davvero democratico nessuno dovrebbe incorrere in pene detentive per ciò che scrive o per quello che dice». Al contrario in Italia, dove le accuse di diffamazione sono sempre più comuni, si vogliono inasprire le sanzioni. Per questo Federazione nazionale della stampa italiana, Articolo 21, Usigrai, Ordine dei giornalisti del Lazio e Pressing NoBavaglio hanno organizzato per mercoledì primo giugno, ore 10.30, una conferenza stampa con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sul pericolo rappresentato dal nuovo disegno di legge.