L'Associazione stampa parlamentare stigmatizza con forza quanto accaduto ieri sera nella sala stampa di palazzo Chigi, al termine del vertice sulla nota di aggiornamento al Def. «I giornalisti – spiega l'Asp in un comunicato – sono stati convocati in tutta fretta, da alcuni dei portavoce degli esponenti di governo presenti, nella sala di palazzo Chigi dedicata alle conferenze stampa. Con grande sorpresa e disappunto, però, al termine delle dichiarazioni del presidente del Consiglio e dei ministri, non è stato consentito porre alcuna domanda. Un fatto grave, che non ha permesso ai giornalisti di svolgere appieno la loro funzione di informare su un provvedimento così rilevante e atteso, in Italia e in Europa, come la prossima manovra economica».
L'augurio, conclude l'Associazione Stampa Parlamentare, è che «episodi del genere non si ripetano, così da rendere possibile alla stampa di esercitare compiutamente il suo ruolo, in un rapporto dialettico e corretto con istituzioni e forze politiche».
Una presa di posizione condivisa dalla Federazione nazionale della Stampa italiana. «Nessuno può pensare di usare la stampa come megafono e di annullarne la funzione critica, tentando di imporre i propri comizi e affidandosi ai messaggi lanciati sulla rete», commenta il sindacato.
«Le Autorità di garanzia, a cominciare dall'Agcom, hanno il compito di vigilare sui tentativo in atto di stravolgere l'articolo 21 della Costituzione e di 'oscurare' il diritto dei cittadini ad essere informati. Questo ennesimo episodio di intolleranza – conclude la Fnsi – conferma l'intenzione non solo di colpire l'Ordine dei giornalisti, quanto di annullare la funzione stessa del libero giornalismo. Sarà nostro compito contrastare questo tentativo anche promuovendo una grande manifestazione conto i bavagli, di qualsiasi forma, natura e colore».