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Cdr 10 Giu 2010

Ddl intercettazioni, il coordinamento dei cdr del Gruppo Espresso: "Norma scellerata giustificata con la pura demagogia"

Il Coordinamento nazionale dei Comitati di redazione del Gruppo Espresso-La Repubblica-Finegil-Elemedia sul ddl Alfano: Un sistema democratico non può avere paura della libera informazione perché essa è, allo stesso tempo, la massima espressione e la garanzia della democrazia. E' per questa semplice ragione che tutti i cittadini di un Paese democratico devono sentire aggrediti i loro diritti più elementari quando, come è accaduto ieri in Senato, il potere centrale tenta di interrompere il flusso delle notizie per poi poterlo regolare a suo piacimento.

Il Coordinamento nazionale dei Comitati di redazione del Gruppo Espresso-La Repubblica-Finegil-Elemedia sul ddl Alfano: Un sistema democratico non può avere paura della libera informazione perché essa è, allo stesso tempo, la massima espressione e la garanzia della democrazia. E' per questa semplice ragione che tutti i cittadini di un Paese democratico devono sentire aggrediti i loro diritti più elementari quando, come è accaduto ieri in Senato, il potere centrale tenta di interrompere il flusso delle notizie per poi poterlo regolare a suo piacimento.

Il Coordinamento dei Comitati di Redazione del Gruppo Espresso-La Repubblica-Finegil-Elemedia è pronto alla resistenza civile con la Fnsi e con le associazioni regionali della stampa. Gli italiani devono sapere che i giornalisti non stanno difendendo un inesistente diritto di pubblicare intercettazioni coperte da segreto. Questo è già vietato, da sempre, dal codice penale. Il diritto alla privacy, invocato per giustificare questa norma scellerata, è pura demagogia. Sono stati i giornalisti italiani _ con le loro carte deontologiche _ a darsi regole rigide in materia di minori, di violenza sessuale e di soggetti deboli o esposti loro malgrado alla luce della cronaca. Tra questi ci sono indagati e imputati, ma anche le persone offese da quei reati di cui il ddl Alfano vorrebbe "congelare" la notorietà per anni. Le intercettazioni sono solo uno specchietto per le allodole. In realtà, ciò che viene vietata dal ddl approvato ieri al Senato è la pubblicazione di tutti gli atti di una inchiesta fino al termine della udienza preliminare. Siamo certi che ciascuno dei nostri lettori abbia ben chiaro un esempio di ciò che non avrebbe saputo, per anni, se questa norma fosse in vigore. E' evidente che, legando le mani alla magistratura e imbavagliando i giornalisti, chi ci governa sta cercando di perpetuare il diritto di pochi privilegiati di continuare a fare ciò che credono senza vincoli e senza controlli. Sappiano, i nostri lettori, che noi giornalisti non accetteremo mai di sottostare a norme liberticide che limitano il loro diritto a conoscere la realtà e il nostro diritto-dovere di informali.

@fnsisocial

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