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Fnsi 28 Apr 2003

Ddl Gasparri: Autonomia e Solidarietà chiede di avviare il confronto su Rai e antitrust

Ddl Gasparri:Autonomia e Solidarietàchiede di avviareil confrontosu Rai e antitrust

Ddl Gasparri:
Autonomia e Solidarietà
chiede di avviare
il confronto
su Rai e antitrust

Documento di Autonomia e Solidarietà “Le liste di Autonomia e Solidarietà, la corrente di maggioranza del sindacato dei giornalisti italiani, considerano la libertà e l’autonomia dell’informazione come un bene primario della società, oltre che un diritto e un dovere dei giornalisti. Ma la libertà e l’autonomia della stampa, come pure il diritto dei cittadini ad essere informati correttamente e la stessa qualità dell’informazione, rischiano di restare vuote parole, se non vengono sostenute con iniziative concrete, con il lavoro di ogni giorno e di ciascuno, così come con la difesa dei diritti conquistati in anni di attività professionale, di testimonianza personale di ciascun giornalista, di impegno sindacale sui temi generali da parte della categoria. Per queste ragioni, le liste di Autonomia e Solidarietà non credono che in questo momento basti al sindacato, per assolvere alla propria missione, fermarsi alla sia pur faticosa trattativa sui rinnovi contrattuali e sulle ristrutturazioni. Né limitarsi alla faticosa difesa delle norme contrattuali, che pure dovrà essere collettivamente rilanciata, perché anche i singoli siano più forti nel rivendicare le proprie ragioni. E neppure basterà alla Fnsi l’impegno per sostenere la gestione, importantissima, degli istituti di categoria, che un pilastro dell’autonomia materiale dei giornalisti italiani. Al contrario, le liste di Autonomia e Solidarietà, oltre ad approvare le iniziative prese dalla Fnsi sulla pace, ritengono di dover chiedere al sindacato nazionale e alle diverse associazioni regionali di stampa un impegno straordinario anche sui temi generali, con particolare riferimento nel contesto italiano alle leggi che direttamente interessano e avranno ripercussioni sull’informazione. Come le norme destinate a regolare i conflitti di interesse nel Paese, a cominciare da quello del presidente del Consiglio, che è anche duopolista televisivo, proprietario di numerose testate della carta stampata e finanziere direttamente interessato al riassetto di grandi società proprietarie a loro volta di mezzi di informazione di massa. Come il disegno di legge del ministro delle Comunicazioni, Maurizio Gasparri, che non riguarda solo l’emittenza, ma tutto il settore. Come la nuova disciplina sulla diffamazione a mezzo stampa. O come le nuove norme sulle tariffe postali che stanno strangolando, oltre che gli editori più noti, centinaia di pubblicazioni legate ad associazioni, volontariato, iniziative sociali. In particolare, sul disegno di legge Gasparri le liste di Autonomia e Solidarietà invitano la Fnsi a contrastare con più forza di quanto abbia già fatto fino ad oggi i passaggi più critici del provvedimento, avviando anche un aperto confronto con le forze politiche e con le altre forze sociali. Il limite antitrust, per esempio, se davvero fosse portato al 20 per cento di tutte le risorse finanziarie in gioco nel sistema dell’informazione, come ha previsto il governo, avrebbe come risultato la possibilità di un’ulteriore espansione dei colossi già presenti sul mercato, e in particolare del gigante televisivo privato, finendo per impedire le iniziative antitrust, che molti considerano anche troppo caute, già stabilite dalla Autorità per le comunicazioni. Non solo. Un limite antitrust così blando consentirebbe al monopolista privato di acquisire anche un altro grande gruppo editoriale (se non due) titolare di quotidiani ad altissima tiratura, evidenziando ancora una volta il conflitto di interessi. Mentre la Rai sarebbe – ma già se ne vedono oggi i prodromi - definitivamente asservita al potere esecutivo: in particolare il canone tornerebbe ad essere definito dal ministero della comunicazioni (offrendo così a qualunque governo un evidente potere di ricatto) ed il presidente della Rai verrebbe nominato a maggioranza semplice dalla commissione parlamentare di vigilanza, consentendo così ai governi (che già hanno un potere condizionante sulla scelta del direttore generale tramite il ministero dell’Economia) di mettere le mani anche sul presidente. Senza contare che la stessa Rai verrebbe obbligata ad investimenti immediati e pesanti sulla tv digitale senza alcuna probabilità di ritorno economico nel breve o medio periodo e che, contemporaneamente, si renderebbe possibile cedere rami d’azienda a partire dal 2006. Anche sulla nuova disciplina relativa alla diffamazione a mezzo stampa le liste di Autonomia e Solidarietà invitano la Fnsi ad un forte impegno perché le norme in discussione alla Camera siano migliorate. Tra gli altri si segnalano alcuni temi: la responsabilità penale del direttore; la richiesta di rettifica come condizione pregiudiziale alla domanda di risarcimento danni; la riduzione dei tempi per la prescrizione del diritto al risarcimento del danno; l’esigenza di rivedere il meccanismo della pena accessoria dell’interdizione all’esercizio della professione. L’impegno del sindacato sui temi generali non potrà non riguardare, inoltre, la riforma della legge professionale, con la predisposizione di nuove e trasparenti modalità di accesso al giornalismo, ma anche il confronto con il governo, oltre che sulla legge delega relativa alla previdenza, sulla predisposizione dei decreti delegati relativi alla riforma del lavoro. L’intervento su temi come la cessione del ramo d’azienda, lo staff leasing (che nel giornalismo già si concretizza spesso nel lavoro dei services, dove colleghi sottopagati e senza tutele garantiscono interi settori della lavorazioni) o la certificazione contrattuale sarà decicisivo per garantire quegli spazi di autonomia che i giornalisti hanno conquistato in passato e che oggi sono oggettivamente in discussione”.

@fnsisocial

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