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Fnsi 04 Set 2003

Ddl Gasparri, verso muro contro muro tra il Governo e l'opposizione

Ddl Gasparri, verso muro contro muro tra il Governo e l'opposizione

Ddl Gasparri, verso muro contro muro tra il Governo e l'opposizione

«Il ddl di riforma del sistema radiotelevisivo è alla terza lettura alla Camera tra breve ed è tempo per arrivare all'approvazione, per non creare danni al sistema multimediale». Il ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri difende la sua riforma in un convegno organizzato alla Festa della Margherita di Lerici. Ma già dal botta e risposta tra il ministro e i rappresentanti dell'opposizione sul palco, ovvero il responsabile informazione della Margherita Paolo Gentiloni, il presidente della Commissione di Vigilanza Claudio Petruccioli e il senatore dielle Luigi Zanda con lo stesso ministro, si prospetta un nuovo muro contro muro sulla legge. «Il testo è stato già molto modificato - spiega Gasparri - ed è un anno che la legge viene discussa, quindi è tempo di arrivare ad una decisione perchè l'Italia deve andare verso il digitale». Secondo il ministro infatti «l'Italia ha bisogno di una buona legge come quella che abbiamo presentato e il testo varato dal Senato è assolutamente soddisfacente». Ma l'opposizione non la pensa come lui. Il senatore diessino Claudio Petruccioli sostiene che i punti da modificare nel ddl sono soprattutto due: «Ridimensionare e precisare i limiti del sistema integrato delle comunicazioni, e cambiare le norme per la nomina del Cda Rai. Il consiglio che esce con questa legge - spiega il presidente della Vigilanza - ha una dipendenza dalla politica più forte di quella che ha attualmente». Rincara la dose Paolo Gentiloni della Margherita. «Avremo una ripetizione del clima acceso che c'è stato finora nella discussione - spiega - se l'impostazione sarà ancora quella che ripete oggi Gasparri. C'è stato, è vero, un muro contro muro ma si può accettare questa legge solo se si giudica soddisfacente l'assetto attuale del sistema che questo ddl fotografa. Il fatto è che esiste un'anomalia italiana fatta di molte cose, come più pubblicità per la tv che per gli altri mezzi tutta concentrata nelle mani di Rai e Mediaset. C'è poi quel problemino che si chiama conflitto di interessi e la legge Gasparri non appiana certo tutti questi problemi». Quindi per Gentiloni bisogna «prima di tutto ridiscutere il Sic: c'è un emendamento presentato da l'Udc e poi ritirato al Senato che ci stava bene, lo ripresenteremo alla Camera». Ma contesta anche lui il meccanismo di nomina del vertice Rai con il quale «si reintroduce un legame più stretto con i partiti». Inoltre chiede che si faccia «almeno un passo verso la separazione societaria tra le attività di servizio pubblico e quelle commerciali della Rai». A suo avviso «se si possono portare queste modifiche il clima può cambiare, altrimenti il muro contro muro sarà inevitabile anche alla Camera». Critiche vengono anche dal vicepresidente della Fieg Carlo Perrone, ma non sono solo per il governo. «Si parla spesso di pluralismo - dice - ma ci sono stati pochi atteggiamenti di aiuto verso la carta stampata, da parte di questo governo come anche da quelli precedenti di centrosinistra». Ricorda Perrone che «il pluralismo in Italia è garantito dalla carta stampata che non andrebbe ostacolata mentre il ddl Gasparri rischia di mettere i giornali in forte difficoltà». Difende invece i nuovi limiti antitrust il presidente Mediaset Fedele Confalonieri secondo il quale «il Sic è il modo più moderno di considerare i limiti antitrust. Anche perchè i giornali sono diventati dei veri e propri punti vendita. Una specie di negozi con dvd, cassette ed enciclopedie. Il Sic esprime tutto questo». Replica il ministro Gasparri sottolineando che «l'opposizione spesso non è d'accordo neanche al suo interno su molti punti». Spiega il ministro che la composizione del Cda Rai disegnata dalla sua legge «rende presenti tutte le opinioni nel consiglio, è una forma di democrazia ed è garantista». Ma la replica della Margherita, affidata alle parole del senatore Luigi Zanda è dura: «Da quello che ha detto Gasparri prendo atto che non intende lavorare per una legge più equilibrata e quindi segna una chiusura rispetto alle possibilità migliorative che oggi avevamo indicato». (ANSA).

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