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Fnsi 03 Dic 2003

Ddl Gasparri, Siddi: “Il disastro è fatto”. Usigrai: “Rai meno autonoma e pronta per essere venduta”. Nuova Informazione chiede convocazione urgente del Direttivo dell'Assostampa Lombarda. Sindacato Veneto: "Colpita la demo

Ddl Gasparri, Siddi: “Il disastro è fatto”. Usigrai: “Rai meno autonoma e pronta per essere venduta”. Nuova Informazione chiede convocazione urgente del Direttivo dell'Assostampa Lombarda. Sindacato Veneto: "Colpita la democrazia"

Ddl Gasparri, Siddi: “Il disastro è fatto”. Usigrai: “Rai meno autonoma e pronta per essere venduta”. Nuova Informazione chiede convocazione urgente del Direttivo dell'Assostampa Lombarda. Sindacato Veneto: "Colpita la democrazia"

"Disastro è fatto.Lo squilibrio è legge, ma rimane come problema dei cittadini liberi che non rinunciano a ribadire con forza e civiltà d’impegno l'esigenza di un sistema diverso e più democratico". E' questo il commento del presidente della Fnsi, Franco Siddi, al sì definitivo del Senato al ddl Gasparri. "La legge - ha detto Siddi - non ha comunque concluso il suo iter: attende, infatti, verifiche prima della sua promulgazione. Verifiche saranno inevitabili anche dopo. Il nodo resta quello delle regole di sistema in tema di libertà espressiva e di mercato condivise e valide in tutte le stagioni. E questo è già tema prioritario per un vero nuovo equilibrato assetto dell'informazione, obiettivo volutamente mancato in questa circostanza a causa di un’interpretazione della funzione di governo quale puro esercizio di opzione di comando per la soluzione dei problemi propri". Secondo il presidente della Fnsi "i condizionamenti che introduce la legge, specie in materia di concessione di radiofrequenze e soprattutto le gravissime anomalie della super concentrazione delle risorse, determinano un dimagrimento delle libertà dei soggetti professionali e delle imprese del settore". "Le grandi questioni - ha concluso Siddi - rimangono aperte e i giornalisti restano impegnati a impedire ogni black out sul tema". La legge approvata dal Senato rappresenta un colpo durissimo per quanti credono nell’importanza del servizio pubblico. La Gasparri subordina ulteriormente la Rai – che pure non è mai stata un modello di autonomia dalla politica – alla maggioranza politica di turno: nonostante le sentenze della Corte Costituzionale, il governo si vede riconosciuto un formale diritto di nomina per 2 dei 9 consiglieri. E questa Rai più asservita sarà anche un’azienda esposta ai rischi dello smantellamento: la legge prevede infatti (ben oltre l’apertura ai capitali privati nella misura dell’uno per cento) che la vendita di parti della Rai sia bloccata fino al dicembre 2005. Fra due anni, dunque, sarà possibile mettere in vendita reti tv e reti radio. Chi vuole una Rai più marginale ha oggi una legge dalla sua parte. Mentre resta inascoltato il richiamo del Presidente della Repubblica, che nel messaggio alle Camere del luglio 2002 aveva chiesto “un ruolo centrale per il servizio pubblico radiotelevisivo”. A quelle parole di Ciampi i giornalisti del servizio pubblico continueranno ad ispirarsi, nel partecipare a tutte le iniziative che verranno intraprese contro una legge pericolosa anche per la Rai. L’Esecutivo Usigrai Dunque la Gasparri è legge dello Stato italiano. Chiunque abbia a cuore la libertà d'informazione non può non essere allarmato. E tanto più i giornalisti, che di questa libertà fanno la loro ragione di vita professionale. La Federazione della Stampa ieri ha tempestivamente espresso la preoccupazione del Sindacato su una Legge "che riduce il pluralismo dell'informazione, limita la libera formazione delle coscienze, attacca il ruolo e la stessa ragione di essere del servizio pubblico radiotelevisivo, mina la solidità finanziaria di larga parte della carta stampata" e ha invitato i colleghi alla mobilitazione dando già un'indicazione concreta: la convocazione degli Stati Generali dell'informazione, della cultura, della società per costruire un progetto alternativo di riforma del sistema della comunicazione." I consiglieri di Nuova Informazione dell'Associazione lombarda dei Giornalisti chiedono la convocazione urgente del direttivo Alg, che peraltro non si riunisce da prima dell'estate, per discutere la situazione creata dall'approvazione della legge Gasparri e le iniziative da intraprendere in ambito territoriale. Il Sindacato Giornalisti del Veneto ha approvato il seguente ordine del giorno: "Il Senato ha approvato la Legge Gasparri per il riordino del sistema radiotelevisivo. Una legge che anche il Direttivo del Sindacato giornalisti del Veneto giudica sbagliata perché colpisce uno dei fondamenti della democrazia, mina la libertà dei cittadini ad essere informati, maschera con una finta apertura al pluralismo degli editori e delle testate, una concentrazione inaudita dei soggetti che si occupano di informazione. Gli editori della carta stampata hanno più volte espresso fortissime critiche all'intero impianto di questa legge, per questo il Direttivo del Sindacato giornalisti del Veneto - ritenendo che la situazione sia giunta ad un punto drammatico e decisivo - li invita ad affiancarsi alla Fnsi in una battaglia di civiltà".

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