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Fnsi 24 Mar 2004

Ddl Gasparri, protesta davanti a Palazzo Chigi, dei Sindacati e della Fnsi Serventi: "Una minaccia per tutti i giornalisti” Usigrai: "Rischio smantellamento del servizio pubblico"

Ddl Gasparri, protesta davanti a Palazzo Chigi, dei Sindacati e della Fnsi Serventi: "Una minaccia per tutti i giornalisti”Usigrai: "Rischio smantellamento del servizio pubblico"

Ddl Gasparri, protesta davanti a Palazzo Chigi, dei Sindacati e della Fnsi
Serventi: "Una minaccia per tutti i giornalisti”
Usigrai: "Rischio smantellamento del servizio pubblico"

Il Segretario Generale della Federazione Nazionale della Stampa, Paolo Serventi Longhi, ha dichiarato: “Per l’informazione italiana, per tutti i giornalisti, la Legge Gasparri rappresenta una minaccia reale. Se il Senato confermerà il voto “bulgaro” della maggioranza registrato alla Camera, l’autonomia e il futuro delle professione di ogni singolo giornalista sarà ulteriormente in pericolo. La legge rafforza i forti e indebolisce i deboli, premia la televisione del Capo del Governo e penalizza la carta stampata, pone la Rai sotto il controllo diretto dell’Esecutivo, redistribuisce i soldi della torta pubblicitaria soprattutto a favore dell’impresa di proprietà del Presidente del Consiglio. La pubblicità, la logica della commercializzazione del prodotto informazione, vengono enfatizzate a scapito della notizia e dell’autonomia delle testate, soprattutto ma non soltanto, nelle televisioni. Il pluralismo diventa sempre più un optional residuale, mentre si affermano i diritti delle concentrazioni e dell’affermazione degli interessi di pochi proprietari di media. Le sollecitazioni e gli appelli del Capo dello Stato, che ha inutilmente rinviato la Gasparri alle Camere, le opinioni di vasti strati della società, del mondo sindacale, dei movimenti, dell’associazionismo e del consumo, le preoccupazioni espresse dalle organizzazioni degli editori dei giornali, tutto viene vanificato e messo alla berlina da una improvvisamente ritrovata compattezza della maggioranza su interessi di parte. La battaglia del Sindacato dei giornalisti non deve essere dichiarata conclusa: dobbiamo batterci per cambiare la legge al Senato, per denunciarne l’anticostituzionalità nei tribunali e davanti alla Suprema Corte, per rivendicare l’intervento delle Istituzioni europee”. Mentre in Aula procede spedita l'approvazione del ddl Gasparri, associazioni e sindacati di categoria sono tornati in piazza per protestare contro una legge ''anticostituzionale e illiberale'' che quando sarà varata, ha affermato il segretario della Fnsi, Paolo Serventi Longhi, ''sarà la pugnalata definitiva alla democrazia dell'informazione''. Pochi ma determinati, i manifestanti si sono raccolti davanti a Palazzo Chigi per annunciare una mobilitazione che andrà oltre l'approvazione della riforma del sistema radiotelevisivo. ''Siamo qui ancora una volta - ha affermato il segretario della Fnsi - per testimoniare la nostra protesta contro una legge iniqua che, così come tornata in aula, non raccoglie le indicazioni del Capo dello Stato e non consente di ampliare il pluralismo dell'informazione''. Anzi, ha sottolineato Serventi Longhi ''in prossimità della campagna elettorale si approva una legge che consente ai forti di accrescere il loro potere mediatico e indebolisce i meno forti''. La mobilitazione del Comitato per la libertà d'informazione, che riunisce una cinquantina tra movimenti e associazioni, continuerà ''in sede giudiziaria - ha annunciato il segretario della Fnsi - sul fronte dell'anticostituzionalità della legge e in Europa dove sarà messa in votazione una risoluzione sulla questione del pluralismo dell'informazione in Italia''. Per il segretario della Cgil-Slc Fulvio Fammoni, il ddl Gasparri ''è una legge sbagliata anticostituzionale e illiberale''. Sbagliata - ha spiegato Fammoni - ''perché rafforza il monopolio, anticostituzionale nella parte relativa alla Rai e sul tema delle frequenze rispetto alla direttiva europea e illiberale perché limita la libertà di informazione e legittima la censura''. La riforma di riassetto radiotelevisivo rappresenta, per il segretario dell'Usigrai Roberto Natale, ''una preoccupazione in più per i lavoratori della Rai perché nel silenzio generale si sta approvando un testo che renderà possibile lo smantellamento del servizio pubblico e limiterà l'autonomia della Rai. (ANSA) Il voto della Camera, afferma una nota dell'Usigrai, rende più concreto il rischio che sia avviato lo smantellamento del servizio pubblico. La Gasparri permetterà infatti, a partire dal gennaio 2006, la vendita di reti tv e reti radio della Rai. Questa è, ben al di là dell’apertura a piccole quote di capitale privato, la privatizzazione vera alla quale il testo dà il via libera. Potrà essere una Rai più piccola, e sarà di certo una Rai ancora meno autonoma. Il disegno di legge assegna un peso decisivo al governo nella nomina del Consiglio di Amministrazione. Oggi la maggioranza di centro-destra e domani una maggioranza di diverso colore politico potranno tenere al laccio il servizio pubblico. Il Presidente Ciampi aveva chiesto un ruolo centrale per una Rai autonoma. La Gasparri risponde andando in senso contrario. Per questo i giornalisti del servizio pubblico chiedono che al Senato le forze politiche interessate ad un ruolo non subalterno della Rai si impegnino a modificare il testo. Domani la Gasparri e le norme che riguardano il servizio pubblico saranno al centro dell’assemblea dei Comitati di Redazione della Rai, convocata per le ore 10,30 nella sede della Fnsi.

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