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Fnsi 04 Set 2003

Ddl Gasparri, ministro: "Sulla legge affermazioni non vere" Corpo a corpo tra Annunziata e Gasparri sul digitale. Polemiche sullo stipendio del presidente Rai Fioroni (Margherita): "Per Rai e Mediaset, conflitti di serie A e B"

Ddl Gasparri, ministro: "Sulla legge affermazioni non vere"Corpo a corpo tra Annunziata e Gasparri sul digitale. Polemiche sullo stipendio del presidente RaiFioroni (Margherita): "Per Rai e Mediaset, conflitti di serie A e B"

Ddl Gasparri, ministro: "Sulla legge affermazioni non vere"
Corpo a corpo tra Annunziata e Gasparri sul digitale. Polemiche sullo stipendio del presidente Rai
Fioroni (Margherita): "Per Rai e Mediaset, conflitti di serie A e B"

«Sulla legge di riforma della tv spesso si fanno affermazioni non vere»: lo ha detto il ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri, parlando ad un convegno alla Festa della Margherita, riferendosi alle parole di ieri del presidente della Fieg, Luca Cordero di Montezemolo, e a quelle di oggi della presidente Rai Lucia Annunziata. «A Telese, Montezemolo - spiega Gasparri - ha detto che le telepromozioni in Francia sono vietate, ma questo non è vero». Ad Annunziata, invece, il ministro replica: «Capisco il suo ruolo e le sue valutazioni, che sono politiche, ma non è vero che questa legge fotografa l'esistente. Del resto, poi, in passato alcune leggi sono arrivate dopo che molto era già fatto, ma è vero anche che il pubblico ha apprezzato. Oggi questo ddl cerca solo di scandire meglio un obiettivo: il passaggio al digitale terrestre, la cui data di realizzazione è stata fissata dal centrosinistra. Senza la legge, ritardiamo la modernizzazione del sistema». Se infatti, sostiene il ministro, il ddl non sarà realizzato, «la Rai avrà 150 milioni di euro in meno, perchè perderà la pubblicità di Raitre. Qualcuno dice che poi ci dovrà pensare il governo, ma questo è impensabile, perchè è impensabile mettere una nuova tassa per i cittadini». Quanto al futuro della legge, dal 18 settembre in discussione in aula alla Camera, «siamo alla terza lettura ed è giusto arrivare ad una decisione» ha spiegato il ministro. (ANSA). Botta e risposta, anzi, quasi un corpo a corpo, tra la presidente della Rai Lucia Annunziata e il ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri, sul palco di un convegno della Festa della Margherita dedicato alla riforma del sistema radiotelevisivo. Prima la presidente Annunziata attacca la legge che porta il nome del ministro, poi, dopo la replica di Gasparri, arriva un susseguirsi di battute al vetriolo che riguardano persino lo stipendio della presidente a viale Mazzini, ma anche la sua posizione sul digitale e le sue annunciate dimissioni dal consiglio quando sarà approvato il ddl. DIGITALE - «È sbagliato attribuirmi una posizione contro il digitale e contro la legge» dice Lucia Annunziata. «Come amministratore di garanzia, voglio allertare la politica sui modi, tempi e copertura di risorse a cui andiamo incontro verso la nuova tecnologia. E aggiunge: »Stiamo investendo 250 mila euro per il digitale, lo dobbiamo fare, lo faremo. Ma mettere le mani sulle frequenze non è facile e dobbiamo costruire un modello industriale. Oggi un investimento di 250 milioni di euro per la parte tecnologica, significa che domani la Rai ne dovrà spendere altri 1.000 per portare a compimento questa rivoluzione. Sto allora indebitando la casa che mi hanno dato, sto vendendo e impegnando, figurativamente, il futuro dei miei figli. Questo - conclude Annunziata - non è essere politicizzati, questo significa governare«. Replica al vetriolo del ministro Gasparri: »Per la spesa per il digitale spesso si fa la somma delle richieste, ma non è mica necessario fare come per Telekom Serbia, ovvero pagare quello che chiedono, come hanno fatto gli amici di Milosevic«. «Ho acquisito una dichiarazione dal Cda sul mio reddito e viene fuori che sono un co.co.co, con un contratto di due anni e guadagno un terzo meno di quello che guadagnavo come direttore, prima di venire alla Rai». Così la presidente della Rai, Lucia Annunziata, respinge le polemiche sollevate in passato proprio dal ministro Gasparri sul suo compenso. Ma subito Gasparri le risponde: «Sono scelte di vita e anche un ministro guadagna meno di un amministratore delegato». DIMISSIONI - «Non si erano ancora appassiti i fiori che avevo ricevuto per la nomina al Cda della Rai - dice Annunziata - e in sei mesi devo decidere per il futuro dell' azienda, quando con otto mesi di anticipo mi viene mandato il biglietto dello sfratto. L'unica cosa che ho potuto fare è dire che vado via perchè la Rai non merita semestri bianchi». E aggiunge: «In questo momento, stare nei miei sandali (eppure ho fatto solo il presidente), non è una cosa comoda». Le annunciate dimissioni della presidente erano legate alla nomina del nuovo Cda contenuta nel ddl Gasparri, che prevede il termine dell' attuale mandato per il prossimo 28 febbraio. Ma il ministro, anche rispondendo alle critiche dell'opposizione sulla composizione del nuovo Cda, ribadisce le scelte della maggioranza sul futuro del consiglio Rai. «Il Cda disegnato dal ddl - dice Gasparri - rende presenti tutte le opinioni nel consiglio. È una forma di democrazia ed è più garantista il voto della commissione della Vigilanza, rispetto al metodo attuale con la scelta del consiglio da parte dei due presidenti di Camera e Senato. Questo metodo, infatti, in passato ha spesso dimostrato i suoi limiti». DDL GASPARRI - Per la presidente Annunziata, la legge di sistema fotografa l'esistente, ma il ministro non è d'accordo. «Capisco ruolo e valutazioni politiche - le risponde - ma non è vero che fotografa l'esistente». Controreplica della Annunziata: «Mi offende chi dice che le mie sono parole politiche. Se volessi fare la militante, lo saprei fare, ma non lo faccio, e non sono mai andata oltre i compiti di un amministratore. Ho preso sul serio il mio ruolo - aggiunge Annunziata - anche quando molti nella sinistra non ci credevano e mi chiamavano traditrice, perchè avevo accettato l'incarico. Le istituzioni di garanzia esistono e devono continuare ad esistere. Questo Cda di garanzia ha funzionato come formula, si è a volte diviso sulla politica, come ad esempio su Santoro, ma non nella sostanza e nella linea della trasparenza, dimostrando che il parlamentarismo è sbagliato. Questo Cda somiglia al Cda di una fondazione e dovrebbe essere di ispirazione per il futuro. Per tutto ciò, rifiuto l'etichetta di politicizzata». (ANSA). «Per la Rai e per Mediaset le guerre in corso nel mondo si dividono in serie A e B e i cittadini non vengono posti in condizione di conoscere conflitti che producono, in termini di vittime, molto più di quanto ne producano le poche guerre 'famosè delle quali si danno notizie». È il contenuto di una lettera scritta oggi da Giuseppe Fioroni, responsabile del dipartimento Politiche delle Solidarietà della Margherita, in una lettera inviata al ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri e al presidente della Rai Lucia Annunziata. Eppure, continua Fioroni, «risulta che il 98% degli italiani vorrebbe conoscere la situazioni di guerra in corso e ritiene necessario sapere anche le cause che le provocano per poterle risolvere. Noi vogliamo sapere da Lucia Annunziata e Maurizio Gasparri, che dovrebbero garantire il servizio pubblico, se ritengono di dover prendere di fronte ai cittadini un formale impegno per rimuovere questi ostacoli ed abbattere questo vergognoso muro del silenzio». Fioroni chiede che «il muro del silenzio venga abbattuto e che i cittadini vengano informati e sensibilizzati su tutte le guerre perchè solo così si potrà contribuire veramente alla costruzione di una pace permanente». (Adnkronos)

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