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Fnsi 22 Set 2003

Ddl Gasparri, Annunziata: "No al voto di scambio". Il ministro: "Affermazioni gravi e ridicole". Le reazioni di Rumi e Tabacci Follini (Udc): "Sono indignato per i sospetti del presidente Rai"

Ddl Gasparri, Annunziata: "No al voto di scambio". Il ministro: "Affermazioni gravi e ridicole". Le reazioni di Rumi e Tabacci Follini (Udc): "Sono indignato per i sospetti del presidente Rai"

Ddl Gasparri, Annunziata: "No al voto di scambio". Il ministro: "Affermazioni gravi e ridicole". Le reazioni di Rumi e Tabacci Follini (Udc): "Sono indignato per i sospetti del presidente Rai"

No ai voti di scambio tra nomine Rai e ddl Gasparri, no alla stanza di compensazione che è il conflitto di interessi per il premier per Mediaset, no ad una legge che danneggia la Rai. Chiede che la Rai stia un po' calma e tenti di non essere risucchiata nel gorgo politico istituzionale. La presidente di Viale Mazzini, Lucia Annunziata sceglie il Prix Italia, vetrina di qualità, per la sua prima conferenza stampa da sola. E non si lascia sfuggire l'occasione per togliersi alcuni sassolini dalle scarpe. "Un presidente di garanzia ha il ruolo di fischiare quando sente un fallo e di fischi ce ne sono molti da fare - dice - il primo è la questione della legge: ho fatto la scelta di annunciare le dimissioni e dovevo farlo per parlare liberamente nei confronti di una legge che è fatta dal governo che mi ha indicato ma è una legge che danneggia la Rai". A suo avviso infatti o si regola tutti o nessuno. E questo ddl "è come una grande stanza con stanze di compensazione dove alcuni possono andare ed altri no. La prima stanza è per Sky che viene trattato come un soggetto qualunque, mentre non lo è per il potere finanziario che ha alle spalle. La seconda è per Mediaset che ha come stanza di compensazione il conflitto di interessi del premier. Il conflitto di interessi è nel fatto che il mercato - aggiunge Annunziata - ha un'attrazione fatale per Mediaset che ha raggiunto fino a nove punti di distacco dalla Rai e non facciamo tanto schifo da giustificarlo". Il secondo fallo da fischiare è quello del digitale terrestre a cui si dice favorevole. "Sono per il digitale - spiega - lo dice la mia storia visto che vengo da una azienda della new economy". Ma teme che questo Cda avvii il processo del digitale senza un piano industriale e senza soprattutto sapere dove ci porta, quanto ci costa e quanto ci darà lo stato. Insomma Annunziata vuole che la politica si prenda le sue responsabilità, e ricorda che alcune aziende senza aiuti sono andate sul lastrico. Ma il fischio più forte della presidente da Catania è per le annunciate nomine nelle redazioni regionali. Ricorda che nell'ultimo Cda ha sollevato la questione chiedendo nomine ma solo in un quadro di certezze per tutti perchè "non si può lavorare con la logica dello spezzatino e questo vale per il digitale come per il personale". Sottolinea certo che le regionali non sono di competenza consiliare ma è vero che un certo numero di nomine diventa un indirizzo editoriale e quindi la questione va vista in modo che non sia uno strappo e uno squilibrio per l'intera struttura. Per questo si augura che non di facciano nomine mentre si fa la legge perchè non ci sia il sospetto tra trade-off e ddl, che ci siano voti di scambio per facilitarne l'approvazione parlamentare. Insomma, la presidente spera che non si crei "il sospetto che si faccia in Rai una manovra di trattativa che sia legata al dibattito parlamentare". Questo per una legge che a suo avviso danneggia la Rai e che per il futuro riporta il Cda nelle mani della politica. "Questo è un arretramento anche se oggi sono dell'opinione che è meglio che venga chi venga ma che possa almeno lavorare per 3 anni con certezza e stabilità legale". Quanto invece al prodotto la presidente non vuole entrare nel merito delle polemiche. Ma sottolinea che in Rai l'informazione "è un po' trascurata", si augura che Michele Santoro torni presto in Rai anche se, scommette, che "lui in Rai ci rimarrà più di me". (ANSA). "Affermazioni gravi e ridicole": così il ministro Maurizio Gasparri ha definito le dichiarazioni fatte a Catania dal presidente della Rai, Lucia Annunziata sul pericolo di voti di scambio tra nomine Rai e ddl Gasparri. "Il problema delle nomine - ha aggiunto il ministro - compete alla Rai, lo discutano all'interno dell'azienda, e credo che il direttore generale o i direttori di testata abbiano tutto il diritto di avanzare delle proposte che certamente non riguardano il dibattito politico sulla legge". Quelli di Lucia Annunziata sono per Gasparri "accostamenti impropri e gravi". "Uno deve decidere - ha concluso il ministro - se fa il politico o il presidente di un'azienda. Si possono fare entrambe le cose, ma non tutte e due contemporaneamente". (ANSA). "Voti di scambio io non li ho visti, ma pur partendo da un ragionamento diverso rispetto a quello di Lucia Annunziata alla fine arrivo agli stessi risultati: la tv non può essere nuovamente dominata dalla lottizzazione". E' il primo passaggio dell'intervista di Giorgio Rumi al Corriere della Sera. Lo spunto è la polemica sulla nuova legge per il riassetto dei media tra il ministro delle Telecomunicazioni, Maurizio Gasparri, e il presidente del Cda di viale Mazzini. Qual è la parte della nuova legge che più la preoccupa? chiede il quotidiano: "Quella che riguarda la nomina del nuovo Cda - risponde il consigliere Rai di area cattolica - non mi sembra idonea la formula che prevede 7 consiglieri su 9 scelti dalla commissione di Vigilanza. Perchè la commissione rispecchia le forze politiche in campo che non mancheranno di esprimere personalità legate ai partiti. Io conserverei il ruolo svolto dai presidenti delle Camere aggiungendo rappresentanti del territorio e magari dell'Accademia dei Lincei. In altre parole: si parla tanto di società civile, poi si torna a ragionare secondo vecchie logiche". (ANSA) "L'Udc non si è mai prestata a queste cose e non scenderà su questo piano. Piuttosto ci si preoccupi dell'ingresso di Murdoch in regime di monopolio". Risponde così Bruno Tabacci, nell'intervista al Corriere della Sera, alla domanda del quotidiano: "Lucia Annunziata pensava a voi quando ha parlato di possibili 'voti di scambio' grazie alle nuove nomine Rai?". Lo spunto dell'intervista è la polemica tra il ministro delle Telecomunicazioni, Maurizio Gasparri e il presidente del Cda della Rai che ha criticato la nuova legge sui media in esame alla Camera. "Certo, la battaglia è politica, ma si combatte sui contenuti - dice l'esponente dell'Udc - ma anche An e Forza Italia mi devono spiegare perchè la legge Gasparri non si può toccare. (...) Ci sono alcuni punti che non vanno e si deve tenere presente il messaggio del capo dello Stato sul pluralismo dell'informazione. Il tetto antitrust ha confini troppo indistinti e quindi risulta inapplicabile: chi riuscirà mai a indicare il limite del 20% nella concentrazione dei media? Il limite deve essere individuabile. Ma non si tratta dell'unico problema. Le telepromozioni devono rientrare nella categoria degli spot. Che cosa altro sono? (...) Finora è stata solo An a presentare un emendamento e per giunta strumentale sulla scadenza del Cda. Noi non abbiamo ancora presentato niente, ma ricordo che avremo tempo fino a 24 ore prima che inizino le votazioni". (ANSA). "Stupito e indignato": Marco Follini, segretario dell'Udc, commenta così le affermazioni del presidente della Rai Lucia Annunziata contro l'ipotesi di un voto di scambio tra nomine Rai e Ddl Gasparri. "Leggo sui giornali di oggi il sospetto, indotto dalla dichiarazione del presidente della Rai, secondo cui sarebbe in atto un baratto tra il voto parlamentare sulla legge Gasparri e alcune nomine interne alla Rai. Ne sono stupito e indignato", afferma Follini. "Abbiamo sempre difeso il ruolo di garanzia del presidente della Rai, qualche volta anche in solitudine rispetto ai nostri alleati. E il presidente della Rai sa bene che non abbiamo mai esercitato pressioni nei confronti dell'azienda. Ci aspettiamo ora - conclude Follini - che la dottoressa Annunziata tolga di mezzo un sospetto tanto odioso quanto ingiusto. Se non lo facesse rivelerebbe, allora sì, tutta la sua inadeguatezza al ruolo che riveste". (ANSA).

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