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Il senatore di Fratelli d'Italia Gianni Berrino (Foto: Il Foglio)
Diffamazione 12 Apr 2024

Ddl diffamazione, il 'lodo' Berrino divide la maggioranza. Allarme in Europa

Carcere per i giornalisti: mentre in Italia insorgono le opposizioni e arrivano i distinguo da Lega, Forza Italia e Noi Moderati, pronti a confrontarsi sugli emendamenti del senatore di FdI, Efj e Ifj annunciano con le associazioni partner della Piattaforma per la protezione del giornalismo l'invio di una segnalazione al Consiglio d'Europa. Proteste da Reporter senza frontiere ad Assostampa, Gruppo cronisti e Odg liguri.

L'ipotesi del carcere per i cronisti fa insorgere le opposizioni in Parlamento e divide la stessa maggioranza. I distinguo arrivano subito dopo la presentazione in commissione Giustizia, mercoledì 10 aprile 2024, degli emendamenti al ddl Diffamazione a firma del senatore di Fratelli d'Italia, e relatore del provvedimento, Gianni Berrino.

A prendere le distanze sono sia il capogruppo di FI in Commissione, Pierantonio Zanettin, che assicura di nutrire «più di un dubbio» sulle proposte di modifica di Berrino, sia la presidente della Commissione Giulia Bongiorno (Lega), che annuncia a breve «una riunione di maggioranza sul punto». Riunione poi convocata per martedì 16, alle 14, nello studio della presidente.

Contro la detenzione per i cronisti anche il leader di Noi Moderati Maurizio Lupi che, ospite a Start di Skytg24, venerdì 12 aprile, ribadisce: «Questo emendamento non lo condividiamo». E aggiunge: «Sono convinto che non andrà avanti».

Le proposte di modifica presentante dal senatore ligure fanno anche andare su tutte le furie le opposizioni, a cominciare dai Dem che, con il capogruppo in Commissione, Alfredo Bazoli, parlano di «misure gravi contro la libertà di stampa». Mentre per la senatrice Avs Ilaria Cucchi gli emendamenti rappresentano «una forma di intimidazione» e la senatrice M5S Dolores Bevilacqua denuncia la «deriva pericolosissima».

Allarmata la Federazione europea dei giornalisti che, insieme con la Ifj e le associazioni partner della Piattaforma del Consiglio d'Europa per la protezione del giornalismo, annuncia l'imminente pubblicazione di un alert in tema di diffamazione corredato da una serie di richieste che vanno nella direzione opposta a quella verso cui vorrebbero portare gli emendamenti del senatore Berrino.

Mentre Reporter Senza Frontiere, che fra l'altro punta il dito contro la previsione dell'interdizione dall'attività professionale, chiede alla maggioranza di governo di conformarsi alla raccomandazione del Consiglio d'Europa sulla lotta alle azioni legali bavaglio e di approvare un disegno di legge che non preveda sanzioni detentive o sproporzionate. «Il diritto di difendersi dalla diffamazione è legittimo, ma non deve mettere la museruola alla libertà di stampa», rileva Pavol Szalai, responsabile dell'ufficio Unione europea e Balcani di Rsf.

Intanto, anche Associazione Ligure dei Giornalisti, Gruppo Cronisti Liguri, Ussi Liguria e Ordine regionale dei giornalisti «si uniscono alla condanna» già espressa dalla segretaria della Fnsi Alessandra Costante, dall'Usigrai e dal presidente del Cnog Carlo Bartoli dopo la presentazione degli emendamenti dell'esponente ligure di FdI.

«Il senatore Berrino – dicono Matteo Dell'Antico, Tommaso Fregatti e Filippo Paganini – dovrebbe occuparsi di portare in Parlamento i problemi della Liguria, la regione in cui è nato e dove è stato eletto, invece di presentare disegni di legge che prevedono di mettere le manette ai giornalisti. Quelle di Berrino sono posizioni inaccettabili frutto di pulsioni autoritarie. Non solo: questi emendamenti sono un fatto gravissimo e rappresentano l'ennesimo attacco alla libertà di stampa con l'Italia che scivola sempre più pericolosamente verso Paesi come Russia, Cina, Bielorussia o Iran».

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