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Gruppi di Specializzazione 22 Dic 2008

Dall’Unione Nazionale Cronisti Italiani l’augurio di un Contratto Buono. Per il 2009

La trattativa è molto più ardua di quanto sembrasse al Congresso di Castellaneta. Se ne è avuto un evidente riflesso nella Consulta dei Cdr dello scorso 11 dicembre all’Ergife. Che per un bel pezzo è sembrata svilupparsi liberamente con opinioni ed ipotesi espresse senza preoccupazioni di schieramento.

La trattativa è molto più ardua di quanto sembrasse al Congresso di Castellaneta. Se ne è avuto un evidente riflesso nella Consulta dei Cdr dello scorso 11 dicembre all’Ergife. Che per un bel pezzo è sembrata svilupparsi liberamente con opinioni ed ipotesi espresse senza preoccupazioni di schieramento.

Poi è tornato a prevalere il riflesso delle appartenenze e il confronto si è inaridito in posizioni pro o contro. A prescindere. Da un lato è emersa l’affezione di chi sta svolgendo il negoziato per una “creatura” a cui sta con grandissima fatica cercando di insufflare il soffio vitale; dall’altro la pretesa di chi valuta da un ambito di osservazione limitato che le sue esperienze siano valide anche nel gurgite vasto. Nella Commissione contratto del mercoledì 10 ho detto che il contratto che stiamo cercando di rinnovare è, e deve continuare ad essere, il contratto dei giornalisti. Non può essere il contratto dei tecnici (multimedialità). Non può essere il contratto dei globe trotter (multitestata, multiazienda, extraazienda). Non può essere il contratto dei promoter o dei venditori ambulanti (qualità dell’informazione). Non può essere, neanche, il contratto dei clown. I primi tre punti riguardano gli aspetti più ostici e controversi della trattativa. Il quarto il comportamento della categoria. Per avere un Contratto Buono è indispensabile serietà: di pensiero, di azione e di lotta. Nessuno regala mai nulla, gli editori men che meno. Due considerazioni economiche. E’ scontato che vadano sostenuti i redditi più bassi. Però quale garanzia c’è che accettando di ridurre il costo dei più abbienti ciascun euro risparmiato dagli editori arrivi nelle buste paga di chi è al minimo ? E, anche se è doveroso e indispensabile, con questa politica non si incentivano gli editori ad accentuare la perversa abitudine a immettere nelle redazioni colleghi a stipendi sempre più bassi da usare come cavallo di Troia contro gli stipendi più alti ? Dal 28 febbraio 2005, scadenza del contratto, ad oggi il potere di acquisto dei nostri stipendi è stato salvaguardato, almeno in parte, dagli scatti biennali al 6%. Non certo dall’indennità di vacanza contrattuale, giunta adesso a 85,68 euro mensili. Si dice, con ragione, che i mancati aumenti del mancato rinnovo pesano negativamente sui conti, oltre che personali, di Inpgi e Casagit. Se il valore degli scatti venisse depotenziato e gli editori la prossima volta non volessero rinnovare il contratto per 8 anni, sarebbero tutelati i conti, nostri personali e degli enti ? I cronisti rivolgono a tutti, garantiti, semi-garantiti, non garantiti, freelance, clandestini (ops ! La Carta di Roma….richiedenti asilo nel giornalismo), l’augurio di un Contratto Buono. Per il 2009. Contratto Buono, last but non least, a chi materialmente deve farlo. Siddi, Natale, la Giunta federale, la Commissione contratto.

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