Senza contratto da un record di 821 giorni, con gli editori votati scopertamente a liberarsi del giornalismo professionista nei mass-media per miopi calcoli di mercificazione (clamoroso il tentativo di smantellare l’agenzia nazionale Ansa, un atto da condannare con concreti gesti di solidarietà), con la crescente suggestione a stringere un giro di vite censorio mediante leggi liberticide e a creare un clima di ostilità e di insofferenza, la vertenza sindacale è diventata una battaglia politica per la difesa della libertà di stampa, dell’indipendenza dei giornalisti, del diritto-dovere di cronaca e della qualità dell’informazione.
In sintonia con le proposte dei cronisti sostenute da tempo sia nelle riunioni dell’UNCI sia nel Consiglio nazionale della FNSI, sia in occasione dei recenti Stati generali della categoria, l’assemblea del Sindacato cronisti romani, riunita a Roma il 29 maggio 2007, si appella alla segreteria e alla Giunta della Federazione della Stampa affinché la mobilitazione dei giornalisti per il contratto si rafforzi non solo con lo stato di agitazione e con gli scioperi ma anche attraverso l’immediata proclamazione pubblica di una vera e propria vertenza politica sull’informazione. Sulla scia della manifestazione/corteo promossa dai cronisti nei giorni scorsi fin sotto il Senato, è tempo di aprire nuovi fronti di lotta laddove gli interlocutori (dagli editori ai politici) hanno maggiormente la coscienza sporca e vanno incalzati da vicino: diritto-dovere di cronaca, leggi di sistema, privacy, segreto professionale, diffamazione, intercettazioni, nuovo ordinamento giudiziario, reati a mezzo stampa, responsabilità delle fonti di informazione e altro.