Crisi Rai: i documenti delle assemblee delle sedi di Torino, Milano e Napoli
Torino, 3 dicembre 2002 I lavoratori della RAI di Torino riuniti in assemblea generale indetta dalle Segreterie Nazionali SLC-UILCOM-SNATER-USIGRAI in data 3 dicembre 2002 e avente come tema la situazione generale della RAI e delle società del gruppo ascoltate le relazioni introduttive nel ritenere che l’attuale situazione sia frutto di una gestione , presente e passata, del servizio pubblico da parte di personaggi che hanno acquisito meriti in altri campi della vita sociale e che purtroppo poco o nulla hanno compreso del vero ruolo e dei compiti del servizio pubblico radiotelevisivo tantomeno della RAI in quanto concessionaria del citato servizio preso atto che in questi giorni sono intervenuti fatti che hanno decapitato in modo significativo il Consiglio di Amministrazione che ,in una fase quanto mai delicata, oggi opera sulla base di sottili cavilli giuridici che potrebbero essere sottoposti a giudizio della magistratura evidenziano che il protrarsi dell’attuale situazione porterà rapidamente alla totale paralisi del sistema con gravi e irreversibili danni ad un bene dello Stato quale oggi e la RAI in quanto proprietario e il Ministero del Tesoro invitano i Presidenti di Camera e Senato ad intervenire nel rispetto dei ruoli e dei compiti Loro affidati da una legge dello Stato, al fine di dare un governo stabile all’Azienda. Contemporaneamente non possono che verificare come l’attuale crisi sia la più grave degenerazione di metodi di lottizzazione esistenti da decenni. E’ ora che si ritrovi un ruolo al servizio pubblico e una linea editoriale certa per l’azienda, è ora che s’individuino nuovi criteri per la nomina dei consigli d’amministrazione, regole che portino la RAI fuori dai partiti per rimetterla tra la gente. E’ ora che si abbandoni la sola logica del pluralismo partitico per entrare in un vero pluralismo sociale e territoriale, e su questo chiedono l’impegno delle segreterie nazionali, perché tali richieste siano portate negli incontri previsti con le istituzioni sulle vicende della RAI. I lavoratori intendono altresì denunciare lo stato di grave crisi in cui versano gli insediamenti produttivi e amministrativi del polo torinese per il quale nel corso di questi anni sono stati spesi fiumi di parole e promesse che nei fatti sono restate illusioni e mere promesse . Rilevano inoltre la mancanza di un piano industriale complessivo che oltre a garantire il futuro della Rai, concessionaria del servizio pubblico, dia certezze per gli insediamenti di Torino fortemente ridimensionati dalle scelte di precedenti Consigli di Amministrazione ed oggi alla soglia di un ulteriore, pesante ridimensionamento (vedi ad esempio la ormai quasi certa chiusura della soap-opera e la sempre più annunciata vendita di immobili torinesi di proprietà della RAI), che impedirà al polo radiotelevisivo pubblico piemontese di svolgere le proprie tradizionali funzioni in termini di ideazione , produzione e informazione televisiva e radiofonica. I Lavoratori riuniti in Assemblea danno mandato alle Segreterie Nazionali SLC - UILCOM - S.N.A.TE.R.-USIGRAI di organizzare manifestazioni di protesta tra cui la proclamazione di uno sciopero generale a sostegno delle motivazioni che hanno portato all’effettuazione della assemblea odierna e alle problematiche collegate agli insediamenti di Torino. MOZIONE I lavoratori della RAI di Milano, riuniti in Assemblea Generale il 2 dicembre 2002 indetta dalle Segreterie Nazionali di CGIL, UIL, SNATER, USIGRAI sulla Situazione RAI e responsabilità dei vertici aziendali, individuando nella qualità del prodotto fornito agli utenti l’unica garanzia per la sopravvivenza dell’azienda, non possono che costatare come oggi la RAI nel suo complesso viva uno dei momenti più alti di crisi d’ascolto e di credibilità verso l’opinione pubblica. riconoscono che gli attuali vertici generali della RAI hanno operato un'ulteriore accelerazione al processo di disgregazione del ruolo e delle potenzialità produttive del Centro di Produzione di Milano benché, come del resto è noto a tutti, resta un disegno avviato e messo in atto dalle passate amministrazioni. Per questo motivo ritengono sia necessario un gesto di buon senso che porti all’azzeramento degli attuali vertici aziendali, e all’individuazione di nuovi amministratori con una chiara e indiscussa professionalità nel campo dei media, e su questo danno mandato alle segreterie nazionali per attivare le necessarie mobilitazioni di sciopero. Contemporaneamente non possono che verificare come l’attuale crisi sia la più grave degenerazione di metodi di lottizzazione esistenti da decenni. E’ ora che si ritrovi un ruolo al servizio pubblico e una linea editoriale certa per l’azienda, è ora che s’individuino nuovi criteri per la nomina dei consigli d’amministrazione, regole che portino la RAI fuori dai partiti per rimetterla tra la gente. E’ ora che si abbandoni la sola logica del pluralismo partitico per entrare in un vero pluralismo sociale e territoriale, e su questo chiedono l’impegno delle segreterie nazionali, perché tali richieste siano portate negli incontri previsti con le istituzioni sulle vicende della RAI. Ed è proprio nella ricerca del necessario pluralismo sociale, nella necessità dell’azienda di avere una linea editoriale che guardi all’intero paese anche da punti geografici diversi che riteniamo si debba pensare al rilancio di del centro di produzione di Milano. Considerano, quindi, improcrastinabile l'apertura della Vertenza Milano nella quale a questo, ormai quasi concluso, processo di disgregazione sia data una netta inversione di tendenza, dimostrando una progettualità sulla Sede RAI di Milano anche in risposta al problema degli insediamenti produttivi della Fiera: inversione di tendenza misurabile a partire dalla soluzione dei problemi da sempre sollevati dai lavoratori al Sindacato Danno mandato alla RSU e al Comitato di Redazione di Milano di riformulare in questo senso le motivazioni che potranno sostenere la vertenza complessiva sui vertici RAI avviata dalle Segreterie Nazionali di CGIL, UIL, SNATER, USIGRAI, nonché di determinare per la Sede di Milano le date di eventuali azioni di lotta, indicando la domenica come data più opportuna e più incisiva visto la concentrazione di trasmissioni. Documento approvato con 2 voti contrari e 2 astensioni Napoli, 29 novembre 2002 L’Assemblea dei lavoratori Rai di Napoli La crisi irreversibile in cui è precipitato il CdA, sconcertante quanto prevedibile epilogo degli ultimi nove mesi, si riverbera sull’intera azienda minandone alla radice sia la missione di servizio pubblico che le possibilità di sviluppo quale principale impresa culturale del paese. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: ascolti in progressivo calo rispetto alla concorrenza, col rischio di una marcata contrazione delle risorse da raccolta pubblicitaria, ed una generale perdita di autorevolezza e credibilità del sistema di informazione del servizio pubblico. I lavoratori della Rai di Napoli, in considerazione dell’incertezza dei tempi di soluzione della crisi, sono preoccupati che tale stato di cose possa avere effetti negativi sia sulla capacità occupazionale dell’azienda, sia sulla adeguata tenuta del pluralismo culturale del Paese. Pertanto affidano alle Segreterie Generali di Cgil-Uil-Snater-Usigrai il mandato a promuovere una serie di iniziative di lotta a partire da una giornata di sciopero, con black-out radiotelevisivo totale (nel rispetto della legge sull’astensione dal lavoro nei servizi pubblici) ed una manifestazione di protesta da tenersi presso la presidenza della Repubblica. Documento approvato a larghissima maggioranza