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Authority 07 Lug 2015

Crisi dell’editoria, l’Agcom: “Serve un ripensamento radicale che comunque garantisca il pluralismo”

Il presidente dell’Agcom, Angelo Marcello Cardani, ha illustrato oggi in Parlamento la relazione annuale dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni dalla quale emergono ancora diverse ombre sullo stato di salute del sistema dell’editoria italiana.

Il presidente dell’Agcom, Angelo Marcello Cardani, ha illustrato oggi in Parlamento la relazione annuale dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni dalla quale emergono ancora diverse ombre sullo stato di salute del sistema dell’editoria italiana.

Prosegue il calo dei ricavi nel settore dell’informazione, con i media “classici” (quotidiani, televisioni e radio) che perdono nel periodo 2010-2014 quasi 2 miliardi di euro. Questo uno dei dati più rilevanti della relazione annuale presentata oggi in Parlamento del presidente dell’Agcom, Angelo Marcello Cardani.
Il crollo della redditività, secondo l’Authority, è uno degli effetti della digitalizzazione sull’editoria e dei mutamenti nei bisogni e nelle modalità di consumo che la rivoluzione digitale ha introdotto nel mercato dell’informazione italiana, travolgendo la domanda di servizi tradizionali.
Il presidente Cardani esorta gli operatori del settore a perseguire “un cambiamento capace di rispondere ai nuovi modelli di domanda nell'ambito delle specificità territoriali”, in special modo per quanto riguarda i quotidiani, interessati in questi anni da un declino strutturale. Serve “un radicale ripensamento del disegno istituzionale e regolamentare – rileva il presidente Agcom – con un nuovo quadro di regole al passo con l'evoluzione del sistema e in grado di continuare a garantire il pluralismo informativo”. Ed “occorre rivedere – prosegue – anche il ruolo dell'intervento pubblico a sostegno del sistema nazionale e locale dell'informazione”.
Tra gli altri temi toccati nella relazione annuale, l’Authority evidenzia poi l’esigenza di tutelare il diritto d’autore e la qualità dei prodotti editoriali, avendo il prodotto informativo “finalità non esclusivamente economiche, ma anche di natura sociale”.
E, infine, la Rai: “È certamente auspicabile la riforma del sistema di finanziamento pubblico da realizzare nel segno della semplificazione, della perequazione sociale e dell'effettività della riscossione”, sostiene Cardani che rileva anche come l'individuazione del nuovo perimetro del servizio pubblico rappresenti il punto centrale della riforma. “La prossima scadenza della concessione alla Rai, prevista per la metà del 2016 - prosegue il presidente Agcom - costituisce un'occasione per interrogarsi sul ruolo del servizio pubblico nel nuovo contesto e, in particolare, sulla capacità di mantenere elevati standard di qualità ed autorevolezza dei contenuti, nello scenario multipiattaforma che costituisce il naturale orizzonte del servizio pubblico del prossimo decennio”.
Chi volesse approfondire trova di seguito la Presentazione del Presidente Cardani, il testo della Relazione e le slide di sintesi.

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